L’esigenza di una teoria. In ogni ambito scientifico gli studiosi cercano di elaborare una teoria che consenta di interpretare i fenomeni. Se una teoria si mostra inadeguata, gli scienziati non la abbandonano se non riescono a elaborarne un’altra che possa sostituirla. Questo è dovuto al fatto che una teoria conosciuta e accettata da tutti, anche se con riserve, rappresenta un supporto indispensabile per gli scienziati. Il successo mondiale di molti studiosi si deve al fatto di aver proposto una teoria accettata dalla comunità scientifica. Sigmund Freud, padre della psicoanalisi, nella seconda metà dell’Ottocento elaborò una teoria che spiegava i processi psichici attraverso tre “enti”: l’es (inconscio), l’io e il super io. La fama mondiale di Freud, oltre alla genialità dei suoi pensieri, è dovuta soprattutto alla sua teoria che favorisce l’interpretazione dei processi psichici. Non esiste alcuna teoria che spieghi le relazioni sociali in una comunità complessa, come gli Stati moderni. Per elaborare una teoria che consenta di interpretare queste relazioni sociali di uno Stato moderno, occorre soffermarsi sulle norme costituzionale che ne costituiscono l’ossatura. Prima, però, è opportuno chiarire le diverse tipologie d’interrelazione.
Le due relazioni fondamentali. Differenziamo le relazioni in: relazione inter pares e relazione superiore/subordinato. Membri di relazioni inter pares sono i docenti, gli alunni, ecc. Membri di relazione superiore/subordinati sono medico/pazienti, docente/alunni, ecc. Nella figura 1) è illustrata la relazione inter pares tra gli alunni e la relazione superiore/subordinato docente/alunni.

La struttura ad albero delle relazioni. I rappresentanti del popolo formano una gerarchia. Se non consideriamo i padri costituenti, all’apice di questa gerarchia vi sono i legislatori e il governo, alla base abbiamo semplici funzionari, quali, per esempio gli insegnanti, gli appuntati dei carabinieri, ecc. Questa gerarchia è costituita da una struttura ad albero di relazioni superiore/subordinato e inter pares. Nella figura 2) è illustrata la struttura ad albero delle relazioni superiore/subordinato e inter pares concernenti il ministro dell’istruzione coi dirigenti scolastici e i dirigenti scolastici con i docenti.

I due sistemi cognitivi degli individui. Ipotizziamo due sistemi neurali funzionali ai comportamenti sociali: sistema responsivo e sistema costrittivo. Il primo fa leva sulla libertà/senso di responsabilità; il secondo si basa sulla coazione/punizione. Il sistema responsivo richiede comportamenti liberi e responsabili. Il sistema costrittivo richiede comportamenti rispettosi delle leggi, cioè di obblighi e divieti. I due sistemi agiscono insieme quando è presente un obiettivo comune. Fissato l’obiettivo di limitare gli infortuni sul lavoro, il datore di lavoro attiva il proprio sistema costrittivo, attenendosi alle disposizioni di legge e attiva il proprio sistema responsivo, agendo con senso di responsabilità
Le tre tipologie di relazione superiore/subordinato. La relazione superiore/subordinato va inquadrata nel modello concernente i due sistemi cognitivi degli individui, cioè il sistema costrittivo e il sistema responsivo. Il superiore si prefigge alcuni obiettivi e interagisce col subordinato affinché anche quest’ultimo si prefigga gli stessi obiettivi. Per esempio il dirigente scolastico si prefigge l’obiettivo di istruire/educare gli alunni. Egli fa leva sui due sistemi cognitivi del docente. Quando impone ai docenti obblighi e divieti fa leva sul loro sistema costrittivo. Quando, per conseguire l’obiettivo prefissato, li lascia liberi di agire secondo la loro professionalità, fa leva sul loro senso di responsabilità.
L’interazione superiore/subordinato si può ripartire in tre tipologie, secondo il sistema cognitivo che è utilizzato. Abbiamo:
- la relazione di educazione o educativa;
- la relazione servo/padrone;
- la relazione di fiducia o fiduciaria.
Nella relazione educativa, il superiore fissa l’obiettivo e fa leva su ambedue i sistemi cognitivi del subordinato. Agisce, quindi sia sul piano costrittivo, sia sul piano responsivo. Impone costrizioni, cioè obblighi e divieti con relativa punizione e nello stesso tempo elargisce raccomandazioni e consigli. Nella relazione servo/padrone, il padrone stabilisce l’obiettivo e fa leva sul solo sistema costrittivo del servo. Impone costrizioni, cioè obblighi e divieti con relativa punizione. Il padrone non elargisce consigli e non perde tempo a discutere col servo, ma pretende un’obbedienza cieca. Se il servo non si attiene agli ordini del padrone, è punito. Nella relazione fiduciaria, il superiore stabilisce l’obiettivo e fa leva sul solo sistema responsivo del subordinato. Il superiore agisce soltanto sul piano del convincimento. Cerca di persuadere il subordinato ad agire per il conseguimento dell’obiettivo prefissato. Nelle figure 3), 4) e 5) sono illustrate le tre relazioni superiore/subordinato: relazione servo/padrone, relazione fiduciaria, relazione educativa.

Relazione educativa nella gerarchia dei rappresentanti del popolo. In tutta la gerarchia dei rappresentanti del popolo, tra il superiore e il subordinato vi una relazione educativa. Ciò che lega nella struttura ad albero i rappresentanti del popolo sono gli obiettivi. Il superiore si prefigge un obiettivo generale, il subordinato si prefigge un sotto obiettivo che discende dal primo. Per esempio, l’obiettivo del ministro della pubblica istruzione è il buon funzionamento di tutti gli istituti scolastici; l’obiettivo del dirigente scolastico è il buon funzionamento della scuola che lui dirige; l’obiettivo di ciascun docente è la formazione educativa degli alunni. Il docente, educando gli alunni, concorre al buon funzionamento della scuola; il dirigente scolastico dirigendo efficacemente la sua scuola, concorre all’obiettivo del ministro.
Bene comune e diritti dei cittadini nello Statuto Albertino. Lo Statuto Albertino poneva un singolo obiettivo generale: l’avvenire glorioso della Nazione. Esso era limitato dai diritti del cittadino. I rappresentanti del popolo, all’interno dell’ordinamento monarchico, agivano per il conseguimento dell’obiettivo fondamentale, cioè l’avvenire glorioso della Nazione. Dovevano stare attenti a non ledere i diritti dei cittadini. I diritti dei cittadini costituivano un limite, cioè un recinto virtuale, all’interno del quale si agiva per l’avvenire glorioso della Nazione. Il limite dei diritti civili non poteva essere varcato.
Bene comune e diritti umani nella Costituzione Repubblicana. La Costituzione repubblicana pone due obiettivi di fondo: il bene della comunità nazionale e la garanzia/riconoscimento dei diritti umani. Si tratta di due obiettivi in conflitto l’uno con l’altro. Un’azione che tutela i diritti del singolo spesso va contro l’interesse della comunità e un’azione a vantaggio della comunità spesso lede un diritto individuale. Tutti i funzionari della Repubblica, quindi, all’interno dell’ordinamento repubblicano, devono agire per conseguire questi due obiettivi, spesso, in conflitto uno con l’altro.
I due schemi a confronto. In basso le figure 6) e 7) illustrano la relazione educativa tra il superiore e il subordinato nell’ordinamento della monarchia sabauda e nell’ordinamento della Repubblica.

“Giardino incantato” e “campo dissestato”. Queste relazioni superiore/subordinati delle due Costituzioni si realizzano a tutti i livelli della scala gerarchica. Ogni funzionario dello Stato è obbligato a interagire con i suoi subordinati secondo la relazione educativa fissata dai padri costituenti. Chiamiamo gli obiettivi della relazione educativa fissata nello Statuto Albertino: “Giardino incantato”. Chiamiamo gli obiettivi della relazione educativa fissata nella Costituzione Repubblicana: “Campo dissestato”. I due nomi acquistano significato se consideriamo gli obiettivi di fondo alla stregua di spazi virtuali. Nello Statuto Albertino lo spazio virtuale dell’avvenire glorioso della Nazione è delimitato da un ulteriore spazio virtuale. Si tratta del recinto dei diritti individuali del cittadino. Il “giardino incantato” è uno spazio reale, cioè l’Italia con i suoi confini marittimi e terrestri; nel contempo, è uno spazio virtuale costituito dal bene comune, nei limiti dei diritti costituzionali. Nella Costituzione Repubblicana gli spazi sono due: quello concernente il bene comune e quello concernente i diritti umani. Lo spazio dei diritti umani è uno spazio punteggiato interno allo spazio concernente il bene comune. Ogni punto dei diritti umani dissesta lo spazio comune. Tutte le leggi promulgate per garantire i diritti umani dei singoli, italiani e stranieri, in qualche modo vanno contro l’interesse generale. Siamo alla presenza di un campo (bene comune) dissestato in tanti punti (diritti umani di italiani e stranieri). Il campo dissestato è uno spazio reale (l’Italia) e anche uno spazio virtuale in cui l’agire per il bene comune è contrastato dall’azione per i diritti dei singoli.