Differenziamo la percezione dell’oggetto dalla percezione dello stato di quiete, di moto e della velocità dell’oggetto. La percezione dell’oggetto non richiede alcuna relazione riferimento/riferito. La percezione dello stato di quiete, di moto e della velocità dell’oggetto richiede la relazione riferimento/riferito. Un osservatore può percepire un oggetto (forma), senza effettuare alcuna relazione riferimento/riferito. In questa circostanza si attiva il sistema parmenideo. Se però vuole percepire lo stato di quiete o di moto dell’oggetto, deve riferire l’oggetto a se stesso o a qualcos’altro. In questa circostanza si attiva il sistema eracliteo.
Differenziamo la percezione propriocettiva dalla percezione esterna. La percezione propriocettiva è istantanea e non richiede un moto d’interazione. La percezione esterna non è istantanea e richiede un moto d’interazione. La percezione visiva, per esempio, non è istantanea. L’informazione visiva, infatti, è esterna ed è mediata dalla luce che viaggia a trecentomila chilometri il secondo. Il moto della luce è un moto di interazione percettiva. La luce, cioè, trasporta l’informazione sulla sorgente luminosa. E’ questa informazione l’oggetto percepito. Anche la percezione uditiva non è istantanea. Essa è mediata dall’onda sonora, che trasporta l’informazione sulla sorgente sonora. E’ questa informazione l’ente percepito. L’informazione tattile è in parte istantanea in parte mediata da un movimento. Se stiamo in piedi, l’informazione tattile proveniente dal suolo è istantanea. L’informazione tattile proveniente da una tazzina richiede un movimento della mano verso la tazzina stessa.
Il movimento della mano verso la tazzina è quindi un movimento d’interazione mano/tazzina. Questo movimento d’interazione è diverso dal movimento d’interazione oggetto visivo/occhi e oggetto uditivo/orecchie. I due movimenti d’interazione visivo e uditivo, infatti, sono moti ondosi. Si tratta di onde elettromagnetiche e onde sonore. Sono moti parmenidei, costituiti da una serie di passaggi di stato energetici. L’onda elettromagnetica energizza lo spazio vuoto; l’onda sonora energizza l’aria.
Osserviamo l’immagine in basso (figura 1)

L’osservatore fermo alla stazione percepisce il treno in movimento rispetto a se stesso; mentre l’osservatore sul treno percepisce la scena esterna in movimento rispetto a se stesso. Sappiamo che l’informazione visiva viaggia alla velocità della luce, cioè delle onde elettromagnetiche. Queste onde consentono la percezione visiva. Il treno, per l’osservatore a terra, è una sorgente luminosa. Egli lo percepisce poiché la luce del sole colpisce il treno e si rifrange verso i suoi occhi. Anche la scena esterna, per l’osservatore sul treno, è una sorgente luminosa. Egli la percepisce poiché la luce del sole colpisce la scena e si rifrange verso i suoi occhi.
L’osservatore percepisce se stesso col sistema somatosensitivo e percepisce il treno (o la scena esterna) con sistema visivo. L’informazione propriocettiva non viaggia nello spazio per giungere sull’osservatore; l’informazione visiva, invece, viaggia nello spazio per giungere sull’osservatore. I due movimenti, del treno (per l’osservatore a terra) e della scena esterna (per l’osservatore sul treno) concernono due sorgenti luminose.
Definiamo “tempo cognitivo” il tempo della percezione. Il tempo cognitivo inizia quando l’informazione proveniente dalla sorgente (luminosa, sonora, tattile, olfattiva) raggiunge i nostri organi di senso e il sistema eracliteo aggancia l’ente percepito (vedi avanti).
Nella cinematica dei corpi della fisica di Galileo la relazione riferimento/riferito è assunta come “istantanea”. L’osservatore esterno assume che la percezione della sorgente luminosa, cioè il movimento del treno, avviene nello stesso istante in cui egli percepisce la sorgente propriocettiva cioè se stesso. Anche l’osservatore sul treno assume che la percezione della sorgente luminosa, cioè il movimento della scena, avviene nello stesso istante in cui egli percepisce la sorgente propriocettiva, cioè se stesso. Le due informazioni si equiparano (spazialmente e temporalmente) quando la luce, proveniente dalla sorgente luminosa, colpisce gli occhi.
Per consentire l’istantaneità tra la percezione propriocettiva e la percezione della sorgente luminosa, il sistema eracliteo aggancia con gli occhi la sorgente luminosa. Avvenuto l’aggancio, gli occhi seguono il movimento della sorgente luminosa, che è riferita al soma, assunto come fermo. L’istantaneità concerne, quindi, i due tempi cognitivi.
Lo stato di quiete, di moto e la velocità dell’oggetto richiede la relazione riferimento/riferito che si realizza attraverso l’istantaneità dei due tempi cognitivi (del riferimento e del riferito). L’onda elettromagnetica e l’onda sonora sono moti apparenti parmenidei che supportano la percezione del riferimento e/o del riferito consentendone la relazione. In altre parole la relazione riferimento/riferito è possibile se, e solo se, il moto ondoso e l’onda elettromagnetica trasmettono informazione sulla sorgente (sonora e visiva).
L’onda elettromagnetica trasferisce l’informazione, concernente una sorgente luminosa, verso gli occhi alla velocità C (circa trecentomila chilometri il secondo). L’onda sonora invece trasferisce l’informazione, concernente una sorgente sonora, verso le orecchie alla velocità di circa milleduecento chilometri l’ora. La relazione riferimento/riferito in cui sono presenti riferimenti e/o riferiti visivi (o uditivi), è mediata dall’onda elettromagnetica o dall’onda sonora. In altre parole lo spazio/tempo dell’onda elettromagnetica e dell’onda sonora sono uno spazio/tempo di intermediazione riferimento/riferito (visivo e/o sonoro).
Le onde (sonora ed elettromagnetica) non possono essere “enti” assunti come riferimento o riferito. Infatti, le due onde hanno la funzione di trasmettere le informazioni provenienti dalla sorgente (assunta come riferimento e/o riferito).
Osserviamo l’immagine in basso (figura 2)

I fasci di luce del lampione e del treno sono “enti percepibili”, che possono essere usati come “riferiti” dai sistemi cognitivi dei due osservatori. Ciò dipende dal fatto che dai due fasci di luce partono onde elettromagnetiche che colpiscono gli occhi sia dell’osservatore posto sul treno sia dell’osservatore a terra. Le onde elettromagnetiche, infatti, trasportano l’informazione proveniente dalle due sorgenti (fasci di luce) verso gli occhi dei due osservatori.
Per l’osservatore sul treno il fascio di luce del treno è fermo mentre il fascio di luce del lampione si muove (alla velocità del treno) in direzione inversa al movimento del treno. Per l’osservatore a terra il fascio di luce del treno si muove nella stessa direzione del treno (alla velocità del treno), mentre il fascio di luce del lampione è fermo.
L’osservatore sul treno non può realizzare la relazione riferimento/riferito tra se stesso (riferimento) e l’onda elettromagnetica che viaggia alla velocità della luce (riferito). Neanche l’osservatore a terra può realizzare la relazione riferimento/riferito tra se stesso (riferimento) e l’onda elettromagnetica che viaggia alla velocità della luce (riferito). L’onda elettromagnetica, infatti, è veicolo dell’informazione proveniente dalla sorgente luminosa e non può essere al contempo il riferito, cioè la sorgente dell’informazione.