Nel precedente scritto ci siamo soffermati sull’organizzazione spaziale e funzionale della via visiva ventrale. L’organizzazione spaziale concerneva la suddivisione della via ventrale in aree preposte al riconoscimento di “enti” appartenenti a specifiche categorie (strumenti, volti, parole scritte, edifici). In questo scritto analizziamo l’organizzazione spaziale e funzionale concernenti singoli “enti”.
Soffermiamoci sulle patologie ventrali concernenti i colori. Si riconoscono tre patologie che possono generare problemi nella percezione/riconoscimento dei colori. Si tratta dell’acromatopsia, dell’agnosia per i colori e dell’amnesia per i colori.
I pazienti affetti di acromatopsia vivono in un mondo in bianco/nero. Per loro le tinte non esistono. Non solo percepiscono oggetti in bianco/nero ma si rappresentano mentalmente oggetti in bianco/nero e sognano in bianco/nero. L’agnosia per i colori consiste nella perdita della capacità di riconoscere i colori e di denominarli correttamente da parte di soggetti che prima dell’insorgenza della malattia erano in grado di identificarli perfettamente. L’amnesia per i colori, invece, è caratterizzata dal fatto che il paziente non riesce a rievocare il colore di un oggetto sia in prove verbali sia in prove visive, come quelle di colorare disegni di oggetti aventi un colore tipico o riconoscere se un disegno è colorato in modo corretto.
L’acromatopsia consegue a lesioni dell’area V4. In quest’area si completa l’elaborazione sensoriale delle informazioni concernenti i colori. L’area V4 codifica i “presenziati” verde, giallo, rosso, ecc.. Senza questi presenziati, che diventano concetti nella corteccia infero/temporale, non è possibile alcuna percezione dei colori.
I colori che possiamo discriminare, cioè differenziare in una tavolozza di colori sono milioni. Ciò significa che, con l’elaborazione sensoriale delle informazioni provenienti dai recettori visivi (coni e bastoncelli) e con il gioco combinatorio di neuroni dell’area visiva primaria, possiamo codificare milioni di sfumature di colori. Si tratta di presenziati potenziali. Il presenziato che percepiamo è uno tra i milioni possibili. I presenziati sono generati dal gioco combinatorio di neuroni delle aree primarie. I concetti sono codificati da singoli neuroni dell’area associativa.
Osserviamo l’immagine sottostante. Si tratta di due sfumature di verde (figura 1).

Possiamo percepire alternativamente una sfumatura e l’altra.Questa doppia percezione è un “confronto discriminativo”. Notiamo che un verde è più scuro rispetto all’altro e che il secondo è più chiaro rispetto al primo.
Si tratta di due presenziati generati nell’area V4 dal gioco combinatorio dei neuroni dell’area visiva primaria.
Se percepiamo le due sfumature, a ore di distanza l’una dall’altra, senza realizzare alcun confronto è possibile che non ci accorgiamo della differenza e che ciascuna sfumatura attivi lo stesso concetto. Chiamiamo “concetto” il presenziato elaborato bottom/up lungo la via parmenidea. Nella figura in basso, è illustrato il passaggio di elaborazione sensoriale di più presenziati verdi allo stesso concetto e di più presenziati rossi allo stesso concetto. Il presenziato è concreto, cioè cosciente. Il concetto è astratto e inconscio (figura 2).

Figura 2). Presenziati e concetti. Più presenziati verdi consci generano un unico concetto inconscio; più presenziati “rossi” consci generano un unico concetto inconscio
Il verde concettuale è un “unum” astratto rispetto al plurimum dei presenziati concreti che possono attivarlo (figura 3).

Figura 3). Concreto e astratto. Più presenziati verdi concreti, cioè percepiti consciamente, generano un unico concetto di verde inconscio e astratto.
Diverso dal presenziato è il “prototipo”. Supponiamo di percepire il “grigio” della figura 4) in basso.

Si attiva un presenziato che è concettualizzato. Supponiamo che dopo qualche ora percepiamo la sfumatura di grigio della figura 5).

E’ plausibile che quest’ulteriore sfumatura di grigio del nuovo presenziato attivi lo stesso concetto della infero/temporale. I due presenziati, quindi non sono differenziati a livello concettuale.
Se, però, discriminiamo i due presenziati passando con l’attenzione dall’uno all’altro notiamo che sono diversi.
Più presenziati grigi attivano lo stesso concetto di grigio. Il passaggio inverso dal concetto a ciascun presenziato è impossibile. Partendo dal concetto di grigio possiamo “rappresentarci mentalmente” uno specifico presenziato. Esso è il “prototipo” (figura 6).

Figura 6). Presenziato e prototipo. Il presenziato si attiva con la percezione. Più presenziati codificano lo stesso concetto. Il prototipo si attiva con la rappresentazione mentale. Un concetto attiva un singolo prototipo.
Presenziato e prototipo concernenti i colori sono codificati nell’area V4. Una lesione a quest’area genera l’acromatopsia. Il paziente, affetto da tale patologia, non percepisce i colori e non riesce a rappresentarli mentalmente.
Quando percepiamo due presenziati grigi, li differenziamo l’uno dall’altro rendendoli significativi. Un grigio è tale rispetto all’altro grigio da cui si differenzia. Riteniamo che anche i concetti siano resi significativi attraverso la differenziazione. La differenza tra un concetto e l’altro è codificata attraverso un’organizzazione reticolare. I concetti sono memorizzati in reticoli. Più reticoli sono strutturati per livello.
Consideriamo il reticolo concernente il duro/molle. Se tocchiamo una superficie possiamo selezionare un grado di “durezza”. Essa è riconosciuta perché si differenzia da altri gradi di “durezza” memorizzati. I diversi gradi di “durezza” sono un reticolo che rende significativo il presenziato generato in quel momento. I diversi gradi di durezza sono concetti plurimi che rimandano all’unum “duro/molle”.
Nella figura 7) in basso la cornice tratteggiata rossa designa la funzione unificatrice del neurone che codifica il concetto di duro/molle. Questo concetto, a un livello di elaborazione più basso, è una pluralità di concetti, ciascuno dei quali, ad un livello ancora più basso, è una pluralità di presenziati.

Figura 7). Reticolo concettuale concernente il duro/molle. Sono presenti due livelli di concettualizzazione. Il livello più basso concerne i diversi gradi di durezza memorizzati e strutturati in un reticolo che li differenzia l’uno dall’altro. Ciascuno di essi è attivato da più presenziati. Il livello più alto concerne il concetto di duro/molle.
Soffermiamoci sul reticolo concernente il “colore”.
In memoria abbiamo un reticolo concettuale per ogni sfumatura di verde, viola, arancione, ecc. Ciascuno di questi reticoli è unificato da un singolo neurone che codifica il concetto di verde, viola, arancione, giallo, ecc. Ad un livello più alto verde, viola, giallo, ecc., sono unificati nel concetto di “colore” (figura 8).

Figura 8). Reticolo concettuale concernente i colori. Sono presenti tre livelli di concettualizzazione. Il livello più basso concerne le sfumature di colori memorizzate e strutturate in un reticolo che le differenzia l’una dall’altra. Il secondo livello concerne ciascun singolo colore (arancione, viola, verde, ecc.) memorizzato e strutturato in un reticolo che lo differenzia dagli altri. Il terzo livello concerne il concetto di colore.
La quantità di sfumature concettualizzate dipende dall’esperienza. Più familiarità abbiamo con i colori, più dettagliato è il reticolo. Un pittore ha in memoria, per ogni colore, innumerevoli sfumature.
L’agnosia per i colori si spiega ipotizzando una lesione del reticolo concernente il colore. Essendo integra l’area V4, il paziente percepisce il presenziato “verde”, ma non lo riconosce perché è danneggiato il reticolo che rende concettualmente significativa quella percezione.
Nel prossimo scritto ci soffermeremo sull’amnesia per i colori.