L’altruismo patologico

Le azioni dell’uomo, il più delle volte, sono dettate da obiettivi che egli si prefigge. Questi obiettivi possono essere funzionali al proprio benessere, al bene del prossimo oppure al bene comune. Quando agiamo per il nostro benessere, ci mettiamo in atteggiamento egoistico. Se la nostra azione avvantaggia un nostro simile, l’atteggiamento è altruistico; qualora lo scopo della nostra azione sia il bene della comunità, l’atteggiamento è comunitario.

L’egoismo, cioè la predisposizione ad agire per il proprio tornaconto personale è fortissima e inestinguibile. L’egoismo non ha bisogno di essere alimentato. Per istinto, ognuno di noi agisce per il proprio bene. Anche l’“altruismo” proviene da pulsioni istintive. Ognuno di noi compartecipa al dolore di un consimile. Chi vede una persona in difficoltà, tende ad aiutarla. Riteniamo che anche l’atteggiamento comunitario sia istintivo. La pulsione a far parte di una comunità è detta: “senso di appartenenza”.

La comunità si regge su un delicato equilibrio tra atteggiamenti e comportamenti individualisti (egoistici e altruistici) e comunitari. Se questo equilibrio è rotto dal prevalere di atteggiamenti e comportamenti individualisti rispetto a quelli comunitari, la comunità si disgrega. Le pulsioni ad agire per il proprio tornaconto o per il benessere del prossimo sono frenate dal “senso di appartenenza” alla comunità.

Il senso di appartenenza è, di fatto, il pilastro su cui si regge una comunità. Più solido è questo pilastro più la comunità è coesa. Più fragile è questo pilastro, più la comunità è disgregata. Il senso di appartenenza può facilmente indebolirsi. Quando questo succede, il singolo è spinto ad agire per proprio tornaconto personale oppure per il bene del prossimo, contro l’interesse generale.

I popoli antichi e moderni, consapevoli dell’importanza della coesione sociale, hanno sempre agito per accrescere il senso di appartenenza alla comunità, soprattutto tra i giovani. 

Nello Statuto Albertino, l’auspicio di un avvenire glorioso della Nazione, espresso nella premessa, va nella direzione del senso di appartenenza. Tutti gli italiani devono essere orgogliosi della propria nazionalità e gioire se l’Italia va verso un glorioso avvenire.

L’ideologia dei diritti umani è una forte spinta a comportamenti egoistici e altruistici, finalizzati, cioè al benessere individuale. La Costituzione Repubblicana, fondata sui diritti umani, va, quindi, in direzione opposta al senso di appartenenza. Il pilastro su cui si regge l’intera comunità è reso fragile da questa ideologia disgregante.

Il giovane, in una comunità dove tutti rispettano le regole e le condividono, accresce il proprio senso di appartenenza alla comunità stessa. Egli, nel rispettare le regole si sente parte della comunità e vive sereno al suo interno. Da ciò si evince che, per alimentare la coesione sociale, è fondamentale il ruolo di chi nella comunità ha l’onere e l’onore di dettare le regole, rispettarle e farle rispettare. Chiamiamo “superior” (dal latino: superiore) la persona che nella comunità ha questa funzione.

Nella famiglia il ruolo di “superior” è assolto dai genitori, nella scuola dall’insegnante, nella società dal funzionario statale. Le persone che hanno questo ruolo delicato devono stare attenti a che i loro comportamenti non siano disgreganti, cioè non vadano contro il senso di appartenenza alla comunità.

La parabola del “figliol prodigo” del Vangelo è un esempio di azione altruistica che disgrega la comunità famiglia. Il figlio, che non ha rispettato le regole, è premiato dal padre con una festa in suo onore. Che cosa imparano i due figli? Ricevi un premio se agisci contro le regole della famiglia. Ciò è disgregante. Il figliol prodigo andava punito per il bene della famiglia e per il suo stesso bene.

Un segno di disgregazione sociale è il fenomeno del “bullismo”. I “bulli” sono giovani che aggrediscono verbalmente e fisicamente loro coetanei più deboli. Questo fenomeno può avvenire in famiglia tra fratelli, a scuola tra compagni di classe o d’istituto, per strada tra concittadini. Fino agli anni settanta il bullismo avveniva per strada ed era raro a scuola o in famiglia. Oggigiorno il bullismo è un fenomeno dilagante nelle scuole d’Italia. Ciò è segno drammatico di disgregazione della comunità scolastica.  I bulli sono, al contempo, vittime e carnefici. Sono carnefici dei compagni e vittime degli insegnanti che agiscono contro la coesione sociale.

Gli insegnanti, purtroppo, sono costretti ad agire contro la comunità classe. Quest’obbligo discende dai dettami della Costituzione Repubblicana fondata sui diritti umani. Gli alunni, che per qualsiasi motivo, non rispettano le regole, non possono essere puniti in modo adeguato. La punizione, infatti, lede i loro diritti tutelati dalla Costituzione. Gli alunni imparano che le regole possono essere infrante. Ciò è un disvalore per la comunità. Quando si affievolisce il senso di appartenenza alla comunità classe, si creano gruppi formati da due o più alunni che agiscono secondo proprie regole. Alcuni di questi gruppi si divertono a far del male ai compagni più deboli. Questa è l’origine del bullismo nella scuola.

In psicologia si usa il termine “altruismo patologico” per indicare lo stato d’animo di esagerata benevolenza e fiducia nei confronti dell’altro, che spinge ad agire a suo vantaggio e a discapito di se stesso e dei propri bisogni.

Ampliamo il concetto di “altruismo patologico”, facendo riferimento a chi ha l’onere e l’onore di dettare le regole, rispettarle e farle rispettare, cioè al “superior”. Il superior altruista patologico e quel superior che agisce a vantaggio del singolo danneggiando la comunità. Il singolo può essere una persona che fa parte della comunità oppure un estraneo.Quando il superior altruista patologico agisce contro la comunità avvantaggiando un estraneo alla stessa comunità, l’atto disgregante è più incisivo. Il cittadino non si riconosce più nelle istituzioni.

Purtroppo sia le istituzioni italiane sia quelle europee, sono fondate sui diritti umani. Siamo governati come italiani e come europei da “superior” affetti da altruismo patologico. Chi dovrebbe tutelare la Comunità europea agisce contro di essa, a vantaggio di extracomunitari. Chi dovrebbe tutelare la comunità italiana agisce contro di essa a vantaggio di stranieri (comunitari e extracomunitari).

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