I meccanismi di difesa emotivi

I meccanismi di difesa possono essere differenziati in: cognitivi e emotivi. I meccanismi di difesa cognitivi ci aiutano a superare stress emotivi; i meccanismi di difesa emotivi ci aiutano a superare situazioni difficili e pericolose. Se, per esempio, il nostro medico ci informa che abbiamo un tumore all’intestino, questa notizia ci sconvolge emotivamente. Possiamo cercare di superare lo stress emotivo pensando che il nostro medico sbaglia. Stiamo utilizzando un meccanismo di difesa cognitivo, conosciuto col termine di “negazione”. Neghiamo a noi stessi la malattia.

Se, per esempio ci troviamo improvvisamente di fronte ad un cane che abbaia e ringhia contro di noi, proviamo paura per la nostra incolumità. Questa emozione prepara l’organismo alla fuga o alla lotta. Stiamo utilizzando un meccanismo di difesa emotivo che si attiva sempre in situazioni di pericolo.

Anche una comunità ha i propri meccanismi di difesa cognitivi ed emotivi. Essi possono essere abbassati e annullati in circostanze particolari. In questo scritto ci soffermiamo sui meccanismi di difesa emotivi di una comunità. Vogliamo dimostrare che qualora una comunità fa sua un’ideologia, abbassa fin quasi ad annullare i meccanismi di difesa emotivi.

L’ideologia si origina quando l’obiettivo cui mirano i tre poteri dello Stato (potere legislativo, potere esecutivo e potere giudiziario) acquisisce valore assoluto. In questa circostanza, l’obiettivo deve essere perseguito a tutti i costi.

Abbiamo scritto che nello Statuto Albertino, era posto come obiettivo dei tre poteri dello Stato, l’avvenire glorioso della Nazione. Per il fascismo l’avvenire glorioso della Nazione si realizzava rinverdendo i fasti dell’antica Roma Imperiale. Il fascismo aveva come obiettivo ripristinare l’antico impero romano. Quest’obiettivo doveva essere conseguito a qualsiasi costo. Possiamo affermare che il fascismo aveva un’ideologia imperialista.

Quando Mussolini affacciato al balcone di piazza Venezia, annunciò la dichiarazione di guerra alla Francia e al Regno Unito. I numerosi italiani, presenti nella piazza, sapevano che ogni guerra comporta lacrime e sangue. Nonostante ciò, hanno reagito festanti e orgogliosi del loro duce. Erano esaltati all’idea della guerra. L’esaltazione era, infatti, l’emozione dominante durante il fascismo. L’Italia fascista esaltava la gloria dell’antica Roma ed esaltava la gloria del futuro impero del Duce. Non c’era spazio per emozioni quali paura, pietà, compassione. Per realizzare l’impero, si doveva far leva sull’esaltazione e reprimere le altre emozioni e gli altri sentimenti.  Il fascismo con la sua ideologia imperialista nascondeva i crimini della guerra imperiale. I giornali e la radio tacevano sull’utilizzo di gas (iprite) nella guerra di Etiopia. Si voleva evitare che la pietas virgiliana spingesse gli italiani contro il regime. Il fascismo, inoltre, sminuiva le conseguenze terribili di una nuova guerra europea. Si voleva evitare che si diffondesse timore per un nuovo conflitto. L’esaltazione annichiliva le altre emozioni, annullando, di fatto, i meccanismi di difesa emotivi. Il popolo italiano, privato dei suoi meccanismi di difesa dalla propaganda fascista, ha pagato a caro prezzo l’entrata in guerra.

Definiamo “regime” uno Stato oppressivo che pone a fondamento delle istituzioni un obiettivo con valore assoluto. Il regime è oppressivo verso il popolo perché deve reprimere le emozioni che contrastano con l’obiettivo prefissato. Il regime è costretto a privare il popolo dei suoi meccanismi di difesa emotivi. Realizza ciò con la propaganda e con leggi che tendono a reprimere alcune emozioni. Nella figura 1) è illustrato il regime fascista che, per realizzare l’obiettivo assoluto di costruire un impero, alimenta l’esaltazione e reprime la paura, la pietà, la compassione.

Come abbiamo scritto nel precedente saggio, una nuova ideologia pervade la comunità nazionale italiana. Si tratta dell’ideologia dei diritti umani. Gli ideologi dei diritti umani ripartiscono sentimenti ed emozioni in positivi e negativi. Positivi sono: l’amore, la condiscendenza, la compassione, la benevolenza, la solidarietà, l’umanità. Negativi sono: l’odio, il risentimento, il rancore, la rabbia, l’indignazione. Una comunità fondata su emozioni e sentimenti positivi è, per loro, migliore di una comunità in cui è presente tutta la gamma di sentimenti e emozioni peculiari dell’uomo. Una società, che pone a fondamento delle istituzioni i diritti umani, si fonda su emozioni e sentimenti positivi; non c’è posto per la rabbia, il risentimento, l’odio, ecc.

In Italia siamo alla presenza di un nuovo regime che si contrappone al regime fascista.  Chiamiamo “regime dei diritti umani” lo Stato oppressivo della Repubblica Italiana. Il regime dei diritti umani ha come obiettivo assoluto il riconoscimento/garanzia dei diritti umani. Per conseguire quest’obiettivo si alimentano emozioni e sentimenti positivi (amore, compassione, commiserazione, solidarietà, ecc.) e si reprimono emozioni e sentimenti negativi (rabbia, risentimento, rancore, paura, indignazione, ecc.). Nella figura 2) è illustrato il regime dei diritti umani.

Tutte le emozioni sono funzionali alla sopravvivenza dell’individuo e di una comunità. Considerate da questa prospettiva non vi sono emozioni positive ed emozioni negative. Tutte sono importanti. Se si priva una comunità di alcune emozioni, si annullano alcuni meccanismi di difesa sociale e la comunità ne subisce le conseguenze.

Il regime dei diritti umani è entrato in crisi a causa dell’afflusso migliaia di stranieri nel territorio italiano. Molti richiedenti asilo sono ospitati in alberghi e caserme e numerosi campi Rom sorgono nelle periferie delle città italiane. A tutte queste persone sono assicurati vitto, alloggio, istruzione, assistenza sanitaria e patrocinio legale gratuito, con costi elevati per la popolazione. Accade anche che un certo numero di questi stranieri spesso delinque, si ubriaca, spaccia droga, … Questo genera malcontento nella popolazione e scatena rabbia, indignazione, risentimento, paura.  Si tratta di emozioni che contrastano il riconoscimento/garanzia dei diritti umani.  

Il regime utilizza i mass media per alimentare le emozioni che supportano l’obiettivo assoluto del riconoscimento/garanzia dei diritti umani e per reprimere le emozioni che sono in contrasto con quest’obiettivo. Quando si parla e si scrive di migranti, si rilevano i drammi e le vicissitudini di chi è costretto a lasciare la propria terra. Quando si parla di Rom, si ricorda la loro persecuzione nella Germania nazista. Gli atti delinquenziali degli stranieri sono sottaciuti e sminuiti. Al popolo italiano sono tolti i meccanismi di difesa emotivi che gli consentirebbero di ribellarsi alle ingiustizie sociali e al degrado sempre crescente.  

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