L’indice di valenza emotiva

Abstract
L’ “indice di valenza emotiva” è il rapporto tra la valenza emotiva stimolante (che ci spinge a compiere un’azione) e la valenza emotiva inibente (che ci frena dal compiere la stessa azione). L’indice di valenza emotiva è positivo quando lo stimolo emotivo a compiere un’azione è più forte dell’inibizione emotiva. L’ideologia dei diritti umani, posta a fondamento delle nostre istituzioni, ha creato condizioni per cui le azioni contro la nostra Nazione hanno un alto indice di valenza emotiva positivo. Per tale motivo, il numero degli individui che agiscono impuniti contro la comunità italiana sta aumentando a dismisura. Questo numero è destinato a crescere se non si modifica al più presto la nostra Costituzione.

La piovra

Abstract
Nella stesura delle norme concernenti la prima parte della Costituzione Repubblicana, i padri costituenti sono andati di là dal loro mandato. Dovevano fissare limiti ai tre poteri legislativo, esecutivo e giudiziario ai fini della tutela di alcuni diritti dei cittadini. Invece sono state scritte numerose norme funzionali al riconoscimento/garanzia dei diritti umani. Questi diritti, per i padri costituenti devono essere riconosciuti e garantiti in ogni ambito sociale: scuola, famiglia, comunità carceraria, ecc. Inoltre il riconoscimento/garanzia dei diritti umani deve guidare l’amministrazione della giustizia, l’amministrazione pubblica e tutti i dicasteri. Il riconoscimento/garanzia dei diritti umani è stato imposto dai padri costituenti alle generazioni future come una piovra gigantesca che lega con i suoi tentacoli i rappresentanti dello Stato in tutti gli ambiti sociali. Questa piovra impedisce alla comunità qualsiasi adattamento a nuove esigenze.

Il meccanismo a tenaglia contro la comunità

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Le norme costituzionali generano un meccanismo a tenaglia contro la comunità nazionale. Un braccio della tenaglia, cioè il sistema giudiziario, non punisce alcuni reati; l’altro braccio della tenaglia, cioè i due sistemi legislativo e esecutivo, riconoscono e garantiscono i diritti umani. Chi commette un reato non solo non è punito, ma addirittura è premiato. Questo meccanismo a tenaglia costituisce un forte incentivo a commettere alcuni reati cui consegue un premio. Il rapporto rischi/benefici per un’azione illegale è tale che i rischi sono nulli, i benefici sono tanti.

La punizione del delinquente

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Il potere giudiziario, assieme agli altri due poteri, legislativo ed esecutivo, tutela la comunità. Lo fa, garantendo il rispetto delle leggi che rendono la comunità coesa. Senza leggi, infatti, la comunità cessa di esistere. Questo potere si esercita attraverso la punizione. In conseguenza delle norme costituzionali, chiunque vive in una situazione di povertà e/o degrado sociale, se commette un crimine, rischia poco. La sua condizione, infatti, costituisce un’attenuante. Se è condannato a una pena pecuniaria, essendo indigente, non la paga. Infine, anche se va in carcere, gli devono essere garantiti tutti i diritti e il pieno sviluppo della persona. Le conseguenze dell’abbassamento dei costi di un crimine fa aumentare i delitti. Lo Stato ha perso il controllo di parte del territorio, ormai in mano a criminali italiani e stranieri.

I “diritti obiettivo”

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Nello Statuto Albertino, i diritti naturali, già in possesso dei cittadini, non possono essere tolti e costituiscono un limite all’azione dei tre poteri dello Stato. Nella Costituzione Repubblicana è stata introdotta una nuova categoria di diritti: i diritti non in possesso. Essi sono diventati obiettivo dei tre poteri dello Stato. Riconoscere garantire i diritti degli “ultimi” nella scala sociale è diventato obiettivo primario delle Istituzioni. Di questa situazione si avvantaggiano gli stranieri, che sempre più numerosi vengono in Italia per sfruttare il nostro welfare. Occorre eliminare i “diritti obiettivo” e sostituirli con un moderno sistema previdenziale funzionale al benessere di chi vive e lavora in Italia.

La Costituzione Repubblicana: come dovrebbe essere, come è.

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Chiamiamo “diritti limite” i diritti già in possesso dei cittadini che sono un limite all’azione dei tre poteri dello Stato (legislativo, esecutivo, giudiziario). Chiamiamo “diritti obiettivo” i diritti non in possesso degli individui (italiani e stranieri) che sono un obiettivo delle istituzioni repubblicane. La Costituzione Repubblicana rispetta i principi di equilibrio e di armonia (non conflittualità) tra i tre poteri dello Stato: legislativo, esecutivo e giudiziario. Per quanto concerne il bene della Nazione e il riconoscimento/garanzia dei “diritti obiettivo”, questi due principi non sono rispettati. Tra il bene della Nazione e il riconoscimento/garanzia dei “diritti obiettivo” c’è conflittualità. Inoltre il riconoscimento/garanzia dei “diritti obiettivo” prevale sul bene della Nazione con evidente squilibrio. Per tale motivo la Costituzione Repubblicana va cambiata.