Nella Costituzione della Repubblica i diritti umani sono al contempo un presupposto ideologico e un obiettivo costante. Per chiarire questa differenza soffermiamoci sull’articolo 2 dei PRINCIPI FONDAMENTALI: la Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità …. Il verbo riconoscere introduce il presupposto ideologico. I diritti umani esistono e da essi occorre partire nella stesura delle leggi. Il verbo garantisce introduce l’obiettivo costante. Il fine fondamentale delle leggi è che siano garantiti i diritti umani. Il presupposto ideologico è a monte, l’obiettivo costante è a valle.
In basso è illustrato quanto affermato nell’articolo 2 dei PRINCIPI FONDAMENTALI. Riconoscimento diritti umani (presupposto ideologico) → Istituzioni repubblicane → Azioni a garanzia dei diritti umani (obiettivo costante)
Nella premessa dello Statuto Albertino era auspicato “l’avvenire glorioso della Nazione”. Era proprio questo l’obiettivo costante delle istituzioni del Regno d’Italia. Per quanto concerne il presupposto ideologico, riteniamo che fosse il “sentire comune”. Soffermiamoci su questo “concetto”. Noi italiani siamo tutti figli degli stessi padri spirituali. Si tratta di quei grandi uomini (italiani e stranieri) che hanno nutrito e nutrono il nostro pensiero e le nostre emozioni. Sono i letterati, i filosofi, gli scienziati, gli artisti che hanno accompagnato la crescita della nostra consapevolezza. Essi hanno inciso nella nostra anima dei valori che ci accomunano e ci rendono italiani. Da essi discende il nostro sentire comune.
In basso è illustrata l’impostazione ideologica dello Statuto Albertino. Sentire comune (presupposto ideologico) → Istituzioni repubblicane → Avvenire glorioso della Nazione (obiettivo costante).
Il presupposto ideologico della Costituzione Repubblicana, cioè il riconoscimento dei diritti umani, crea problemi nei nostri rapporti con la popolazione musulmana. Ciò è dovuto al fatto che il nostro sentire comune si differenzia dal sentire comune del popolo musulmano in alcuni punti fondamentali. Per noi italiani, la donna ha pari dignità dell’uomo. Per i musulmani, invece la donna è inferiore . Nel nostro sentire comune, una ragazzina di tredici anni è una adolescente che va protetta e tutelata. Per i musulmani, una tredicenne è una donna che può sposarsi e con cui è lecito avere rapporti sessuali. Per noi, gli animali hanno una propria sensibilità, vanno rispettati e la loro uccisione deve avvenire senza provocare inutili sofferenze. Per i musulmani, gli animali vanno uccisi secondo un rituale che prevede lo scannamento e una morte lenta.
Lo scrivente non ritiene che il nostro sentire comune sia in alcun modo superiore a quello dei musulmani. Siamo semplicemente diversi ed è giusto così. Ognuno vive secondo le proprie tradizioni, secondo la propria cultura.
Adesso in Italia vivono più di un milione di musulmani. Essi rivendicano il diritto di vivere secondo le proprie tradizioni e la propria cultura. Sanno che la nostra Costituzione si fonda sui diritti umani e fanno leva su questo per spingere i parlamentari a promulgare leggi che contrastano con il nostro sentire comune. Anche se va contro la nostra sensibilità, hanno ottenuto il permesso dell’uccisione degli animali secondo il rito musulmano. A Merano vive una famiglia di profughi siriani composta da un marito due mogli e innumerevoli figli. E’ il primo passo verso la poligamia.
Le loro argomentazioni sono semplici. Voi italiani vivete secondo le vostre tradizioni; ne avete diritto. Noi musulmani vogliamo vivere secondo le nostre tradizioni; ne abbiamo diritto. Nessuno v’impone di avere più mogli o di far sposare le vostre figlie a tredici anni. Consentiteci di farlo nel rispetto dei diritti umani. Si rifanno alla nostra Costituzione fondata sui diritti umani.
Non possiamo consentire in Italia il relativismo del “sentire comune”. Dobbiamo proteggere la nostra cultura, la nostra tradizione, la nostra civiltà. Dobbiamo riscrivere la Costituzione. Occorre porre, come presupposto ideologico delle istituzioni, il sentire comune. Esso deve essere inattaccabile. Chiunque viene in Italia deve vivere secondo le leggi che sono scritte sulla base della nostra cultura, della nostra civiltà della nostra sensibilità. Il nostro sentire comune ci contraddistingue. Per questo motivo dobbiamo difenderlo.