Fedez e la ragione del minchione

Il primo maggio, giorno della festa dei lavoratori, la RAI fa organizzare ogni anno a Roma un concerto. Quest’anno, un protagonista di questo concerto è il cantante Fedez. Egli decide di intervenire, con un discorso, a sostegno della legge Zan contro l’omofobia.

Prima di realizzare il suo discorso, Fedez polemizza con i vertici della RAI che hanno cercato di censurare il suo intervento. Queste sono le sue parole: “È la prima volta che mi succede di dover inviare il testo di un mio intervento perché venga sottoposto ad approvazione politica, approvazione che purtroppo non c’è stata in prima battuta, o meglio dai vertici di Rai3 mi hanno chiesto di omettere i partiti e i nomi e di edulcorarne il contenuto. Ho dovuto lottare un pochino ma alla fine mi hanno dato il permesso di esprimermi liberamente”.

La replica della Rai:  “Rai3 e la Rai sono da sempre aperte al dibattito e al confronto di opinioni, nel rispetto di ogni posizione politica e culturale. È fortemente scorretto e privo di fondamento sostenere che la Rai abbia chiesto preventivamente i testi degli artisti intervenuti al tradizionale concertone del Primo Maggio, per il semplice motivo che è falso, si tratta di una cosa che non è mai avvenuta”. E’ quanto fa sapere Viale Mazzini in una nota rilasciata in serata, rispondendo così a Fedez e alla sua denuncia di essere stato sottoposto ad approvazione. “Né la Rai né la direzione di Rai3 hanno mai operato forme di censura preventiva nei confronti di alcun artista del concerto – continua il comunicato -: la Rai mette in onda un prodotto editoriale realizzato da una società di produzione in collaborazione con Cgil, Cisl e Uil, la quale si è occupata della realizzazione e dell’organizzazione del concerto, nonché dei rapporti con gli artisti. Il che include la raccolta dei testi, come da prassi”. “La Festa del lavoro, come hanno ricordato nei loro interventi i segretari di Cgil, Cisl e Uil, è appunto una festa, vale a dire la celebrazione delle conquiste dei lavoratori e dei loro diritti, sanciti dalla Costituzione e dallo Statuto, di cui i sindacati si fanno custodi e paladini. Ed è proprio a quelle conquiste e a quei diritti, oggi minacciati da una pandemia mondiale che erode l’occupazione, che è dedicato questo Primo Maggio”, conclude l’azienda.

Fedez, poco dopo che viale Mazzini aveva smentito la censura del suo discorso sul ddl Zan dal palco del Concertone del primo maggio, ha deciso di pubblicare direttamente la registrazione del dialogo avuto con i vertici e gli autori di viale Mazzini nelle scorse ore.

“Ecco la telefonata intercorsa ieri sera dove la vice direttrice di Rai 3 Ilaria Capitani insieme ai suoi collaboratori mi esortano ad ‘adeguarmi ad un sistema’, dicendo che sul palco non posso fare nomi e cognomi”. 

“Non è editorialmente opportuno”, dicono gli autori del programma nel video. “Perché non posso dire in pubblica piazza che un consigliere della Lega ha detto che se avesse un figlio gay lo brucerebbe in un forno?”, replica Fedez. Interviene il capo degli autori Massimo Cinque: “Io le sto chiedendo soltanto di adeguarsi a un sistema, che lei forse non riconosce..”. Quando poi Fedez chiede qual è la parte incriminata, quella che dovrebbe modificare, Cinque risponde: “Tutte le citazioni che lei fa con nome e cognome non possono essere citate”. E questo perché, continua, sono frasi che “possono essere dette in contesti che non sono quelli che lei sta dicendo”. Il riferimento è appunto all’elenco, poi letto da Fedez sul palco, di frasi pronunciate dagli esponenti del Carroccio contro la comunità Lgbt. Alla richiesta di togliere quella lista, Fedez però si oppone: “Io su un palco devo essere libero di dire quello che voglio. Chi parla sono io, chi si assume le responsabilità sono io”. A quel punto interviene la vicedirettrice di Rai3 Ilaria Capitani: Io ritengo inopportuno il contesto”.E il cantante ribatte: “Io posso salire e fare cose inopportune per voi che per me sono opportune?”. Una domanda alla quale gli autori e i dirigenti non danno una risposta: “Noi siamo in difficoltà. Io non ho la risposta”, dice una terza persona.

Nel racconto “la roba” Verga dà l’appellativo di “minchione” a un personaggio del suo racconto. Si tratta di un barone che, quando andava a controllare il lavoro dei suoi sottoposti, si faceva annunciare. Per tale motivo nessuno si faceva cogliere con le mani nel sacco.

La relazione superiore/subordinato è una delle relazioni a fondamento di una comunità. L’azienda agricola del barone è una comunità, organizzata attraverso regole. A capo di questa comunità sta il proprietario, cioè il barone. Tra il barone e i suoi sottoposti c’è la relazione superiore/subordinati. Tra i braccianti che lavorano i campi c’è la relazione inter pares (tra pari). Il barone deve far rispettare ai suoi sottoposti le regole dell’azienda.  Egli si comporta da “minchione” perché si fa ingannare dalle persone a lui subordinate, che non rispettano le regole e danneggiano l’azienda.

“Minchione”, nell’accezione datane da Verga, è il superiore che si fa fregare da chi è a lui subordinato.

Anche la RAI è un’azienda il cui obiettivo è realizzare programmi per i cittadini italiani nel rispetto di regole stabilite dal consiglio di amministrazione. Queste regole si applicano a tutti i funzionari della RAI e a tutte le persone che vogliono prendere parte ad una trasmissione. Gli artisti ripresi dalla RAI devono rispettare le “regole d’ingaggio”.

Anche Fedez, quando si esibisce in un concerto ripreso dall’azienda RAI, è tenuto a rispettare le regole d’ingaggio stabilite da quest’ultima. I dirigenti della RAI devono tutelare la comunità di cui sono rappresentanti obbligando Fedez a rispettare queste regole. I dirigenti della RAI, infatti, devono garantire la libertà di espressione e di pensiero dentro le regole stabilite dal consiglio di amministrazione. Fuori da queste regole, la libertà di espressione e di pensiero non può essere garantita a nessuno.

Fedez è convinto che sia un suo diritto dire ciò che vuole sul palco e, con veemenza, difende questo suo diritto. Ciò che lascia perplessi è il comportamento dei dirigenti della RAI che non sanno cosa ribattere alla domanda di Fedez: “Io posso salire e fare cose inopportune per voi che per me sono opportune?”. La risposta ovvia è: “No, non puoi! O ti attieni alle regole oppure non ti esibisci”.

Questi dirigenti non conoscono qual è il proprio ruolo. Essi hanno una relazione superiore/subordinato con gli artisti che si esibiscono in un programma. Questa relazione discende dal fatto che sono i dirigenti a stabilire i confini entro cui è garantita la libertà di espressione degli artisti. Si comportano da “minchioni” proprio come il barone nel racconto di Verga. Si fanno imporre, da un subordinato, comportamenti contro le regole dell’azienda.

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