Nella nostra Costituzione, fondata sui diritti umani, vi sono numerosi articoli funzionali alla tutela delle fasce più deboli della popolazione. Possiamo affermare che i nostri padri costituenti avevano a cuore le sorti degli “ultimi” e che si siano prodigati affinché ad essi fosse garantita una vita sociale degna di un Paese civile.
Ricordiamo, a tal proposito, alcuni articoli della Carta Costituente:
- E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che limitando, di fatto, la libertà e l’uguaglianza dei cittadini impediscono il pieno sviluppo della persona e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del paese (art.3 dei PRINCIPI FONDAMENTALI.)
- Sono assicurati ai non abbienti, con appositi istituti, i mezzi per agire e difendersi davanti ad ogni giurisdizione (art.24 dei RAPPORTI CIVILI.)
- La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e garantisce cure gratuite agli indigenti (art.32 dei RAPPORTI ETICO-SOCIALI.)
- Ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere, ha diritto al mantenimento e all’assistenza sociale (art.38 dei RAPPORTI ECONOMICI.)
- Gli inabili e i minorati hanno diritto all’educazione e all’avviamento professionale (art.38 dei RAPPORTI ECONOMICI.)
Nel rispetto dei dettami costituzionali, lo Stato, le regioni ed i comuni hanno emanato leggi favorevoli alle fasce più deboli della popolazione. Tra queste vi sono anche persone che vivono di espedienti, di lavoro nero, di furti, taglieggiamenti, …. Queste leggi garantiscono a questi cittadini il soddisfacimento dei bisogni primari e creano una spinta sociale a rimanere nel loro status, ai margini della società. Infatti, è proprio questo status che li avvantaggia rispetto al resto della popolazione.
Rimanere ai margini della società assicura alcuni privilegi:
- primi posti nelle graduatorie per l’assegnazione di una casa popolare;
- accesso gratuito ai servizi sanitari;
- patrocinio legale gratuito;
- acqua, luce, gas gratuiti;
- sussidi economici.
L’ideologia dei diritti umani avvantaggia i singoli avanti diritto e, nel contempo, danneggia la comunità, favorendo la disgregazione sociale. Molti cittadini, infatti, hanno interesse a lavorare in nero, a vivere di espedienti, piuttosto che cercare un lavoro stabile ma faticoso.
Col l’avvento della Comunità europea, ai cittadini europei è stata garantita libera circolazione all’interno degli stati dell’unione. Molte famiglie di etnia ROM sono venute in Italia e si sono insediate nelle periferie di molte città, in campi abusivi.
Gli enti pubblici sono costretti dai dettami costituzionali a fornire a queste famiglie i mezzi necessari per vivere in modo decoroso. Se un funzionario si sottrae a questi obblighi può essere denunciato e condannato. L’articolo 28, infatti, recita: I funzionari dello Stato e degli enti pubblici sono direttamente responsabili, secondo le leggi penali, civili e amministrative degli atti compiuti in violazione di diritti.
L’obbligo di garantire i diritti costituzionali e la minaccia di azioni penali contro chi si sottrae a quest’obbligo causa un continuo aumento di campi abusivi nelle periferie delle città.
Queste persone di etnia ROM non hanno alcun interesse ad integrarsi nella comunità italiana. Avere un lavoro stabile, infatti, li toglierebbe dalla situazione di privilegio in cui si trovano.
Bisogna modificare la Costituzione e porre a fondamento della Repubblica il bene della Nazione Italia. Se non si agisce al più presto la disgregazione sociale arriverà a livelli insostenibili.