Nel precedente scritto abbiamo affermato che agli italiani conviene l‘uscita dell’Italia dall’Europa sia dal punto di vista economico sia dal punto di vista sociale. Per quanto concerne quest’ultimo aspetto, abbiamo fatto presente che la Costituzione Europea, basata sulla persona umana e i suoi diritti, crea danni alla comunità europea e Italiana. In questo scritto ci soffermiamo su altri articoli della carta dei diritti fondamentali dell’Unione e ne illustriamo le conseguenze negative per l’Italia.
L’articolo 81 concerne la non discriminazione. E’ vietata qualsiasi forma di discriminazione fondata, in particolare, sul sesso, la razza, il colore della pelle o l’origine etnica o sociale, le caratteristiche genetiche, la lingua, la religione o le convinzioni personali, le opinioni politiche o di qualsiasi altra natura, l’appartenenza ad una minoranza nazionale, il patrimonio, la nascita, la disabilità, l’età o l’orientamento sessuale. In virtù di quest’articolo, il reato di un singolo non deve essere discriminante per il gruppo etnico cui il colpevole appartiene. Quando il reato è commesso da un extracomunitario o da un ROM, i mass media italiani ed Europei sono obbligati a nascondere il gruppo etnico e la razza di chi ha commesso il crimine. In Italia e in Europa si è insediata la mafia nigeriana ma questo deve essere sottaciuto per evitare discriminazioni etniche o razziali. Baby gang di extracomunitari agiscono, nella quasi totale impunità, nelle città italiane e europee. Nei giornali e nelle TV si parla genericamente di baby gang evitando di citare l’etnia di questi giovani.
In quest’articolo si riconosce/garantisce il diritto della persona al proprio orientamento sessuale. Gli orientamenti sessuali sono molteplici. Alcuni provano piacere con l’autoerotismo, altri sono attratti dall’altro sesso, altri ancora sono gay. Vi sono anche soggetti attratti dai bambini. Quest’articolo, oltre al diritto a essere omosessuale, sancisce anche il diritto alla pedofilia.
L’articolo 84 concerne i diritti del minore. I minori hanno diritto alla protezione e alle cure necessarie per il loro benessere. In tutti gli atti relativi ai minori, siano essi compiuti da autorità pubbliche o da istituzioni private, l’interesse superiore del minore deve essere considerato preminente. In virtù di quest’articolo, le istituzioni italiane ed europee hanno l’obbligo di provvedere alla protezione, alle cure e al benessere di minori che, non accompagnati, entrano nel territorio europeo. Avviene che, approfittando di quest’articolo, molte famiglie extracomunitarie si prodighino per far giungere in Italia e in Europa i propri figli minorenni per sistemarli. In Italia genitori albanesi lasciano i propri figli sul territorio di un comune, che scelgono ad hoc, per farci vivere il figlio a spese dei contribuenti locali e nazionali. Alcuni comuni non hanno disponibilità finanziaria per i bisogni della propria popolazione, ma devono farsi carico delle spese ingenti (circa tremila euro il mese) per garantire i diritti di questi minori. L’articolo 84 causa un altro fenomeno disgregante per la comunità. Accade spesso che una famiglia extracomunitaria indigente con un minore sfondi una porta e occupi abusivamente un alloggio popolare. L’ufficiale giudiziario, prima di eseguire lo sfratto, deve trovare una sistemazione a questa famiglia, infatti, l’interesse superiore del minore deve essere considerato preminente. Per tale motivo, l’occupazione abusiva si sta diffondendo su tutto il territorio nazionale con grave degrado sociale.
L’articolo 94 concerne la sicurezza sociale e l’assistenza sociale. Ogni persona che risieda o si sposti legalmente all’interno dell’Unione ha diritto alle prestazioni di sicurezza sociale e ai benefici sociali conformemente al diritto dell’Unione e alle legislazioni e prassi nazionali. Al fine di lottare contro l’esclusione sociale e la povertà, l’Unione riconosce e rispetta il diritto all’assistenza sociale e all’assistenza abitativa volte a garantire un’esistenza dignitosa a tutti coloro che non dispongano di risorse sufficienti, secondo le modalità stabilite dal diritto dell’Unione e le legislazioni e prassi nazionali. Quest’articolo riguarda sia i cittadini europei sia i cittadini extraeuropei provvisti di un qualsiasi permesso di soggiorno. In virtù di quest’articolo, la linea guida per l’assegnazione degli alloggi popolari in Italia e in Europa deve essere la disponibilità finanziaria della famiglia richiedente. Le famiglie che non hanno risorse sufficienti a un’esistenza dignitosa, hanno priorità rispetto alle altre famiglie. Nelle graduatorie per l’assegnazione di alloggi popolari i primi posti sono occupati da famiglie di etnia ROM o di extracomunitari. Queste famiglie, infatti, si trovano in condizioni di maggiore indigenza rispetto alle famiglie italiane. Essere italiani passa in secondo piano, prima vengono gli extracomunitari o i ROM, anche se risiedono da poco tempo nel nostro paese.
Quest’articolo ha conseguenze non solo per quanto concerne gli alloggi popolari ma anche, e soprattutto, per quanto concerne i sussidi di sostentamento. L’arrivo di masse d’indigenti da paesi dell’est Europa e da paesi extracomunitari sposta verso di loro ingenti risorse finanziarie, funzionali a riconoscerne/garantirne il diritto a un’esistenza dignitosa. Le istituzioni italiane, per riconoscere/garantire questo diritto, si vedono costrette ad aumentare le tasse oppure a far aumentare il debito pubblico. Ci troviamo nella situazione paradossale per cui, mentre milioni d’italiani scivolano verso la povertà, si aumentano le tasse e si fa aumentare il debito pubblico per garantire un’esistenza dignitosa a extracomunitari che entrano illegalmente in Italia e a cittadini dell’Unione Europea che occupano abusivamente suolo pubblico. (continua …)