Nel precedente scritto abbiamo ipotizzato un modello interpretativo dell’organizzazione di uno Stato. In questo modello sono presenti due “attori”: cittadino e rappresentante dello Stato. Quest’ultimo opera in base al ruolo che occupa nella società. Ambedue gli attori utilizzano nei loro comportamenti due sistemi cognitivi diversi: sistema costrittivo e sistema responsivo. Quando utilizzano il sistema costrittivo cittadino e rappresentante dello Stato perseguono l’obiettivo prefissato attraverso le leggi, ossia attraverso obblighi e divieti (coazioni) con eventuali punizioni. Quando utilizzano il sistema responsivo, cittadino e rappresentante dello Stato perseguono l’obiettivo prefissato attraverso la libertà e il senso di responsabilità. Alla base del sistema responsivo c’è la dicotomia libertà/senso di responsabilità. Alla base del sistema costrittivo c’è la coazione/punizione.
Fissato un obiettivo dal legislatore, il cittadino quando agisce sulla base delle leggi imposte, lo fa perché costretto e per timore di essere punito; fissato lo stesso obiettivo dal cittadino, quando egli agisce sulla base del senso di responsabilità, è libero nelle sue azioni, nella sua inventiva. La coazione/punizione derivante dalle leggi, è bilanciata dalla libertà di azione che nasce dal senso di responsabilità.
Riteniamo che una società si basi sull’equilibrio tra sistema responsivo e sistema costrittivo dei suoi membri. Chiamiamo “principio di equilibrio” la proporzionalità tra questi due sistemi a fondamento di una comunità. Qualsiasi obiettivo è più facilmente conseguito se, chi agisce, utilizza in modo equilibrato il proprio sistema costrittivo e il proprio sistema responsivo. Il principio di equilibrio deve sempre essere presente nella mente di chi legifera o governa. Se vuole che la persona cui impone le regole agisca al meglio per conseguire obiettivi prefissati, deve stare attento a mantenere questo equilibrio che dipende soprattutto dal numero delle leggi. E’ evidente che più leggi sono promulgate in una comunità, maggiori sono gli obblighi e i divieti cui sono sottoposti i membri di questa comunità. Con l’introduzione di sempre maggiori leggi, diminuiscono eccessivamente gli ambiti sociali in cui i cittadini possono agire liberamente con senso di responsabilità, mentre aumentano considerevolmente gli ambiti sociali in cui i cittadini agiscono costretti da obblighi e divieti. Una società che, per raggiungere obiettivi prefissati, ricorre a una eccessiva legiferazione, limita la libertà individuale fondata sul senso di responsabilità. In questa società si è rotto l’equilibrio tra sistema costrittivo e sistema responsivo. Il conseguimento degli obiettivi è demandato quasi esclusivamente alle leggi e al loro rispetto.
Se confrontiamo la legislazione italiana con la legislazione tedesca relativa alle leggi sugli infortuni nel lavoro, notiamo una sostanziale differenza. La legislazione tedesca è semplice, snella. Si limita a una serie di regole di carattere generale. La legislazione italiana, invece, è complessa e dettagliata. Sono previsti innumerevoli obblighi, divieti e punizioni per ogni tipologia di lavoro. Il legislatore italiano persegue l’obiettivo di limitare gli infortuni sul lavoro utilizzando strumenti di coazione/punizione nei confronti del datore di lavoro e degli operai; il legislatore tedesco, invece, persegue lo stesso obiettivo, affidandosi anche al senso di responsabilità del datore di lavoro e degli operai.
Se confrontiamo le statistiche concernenti gli infortuni sul lavoro nei due paesi, constatiamo che in Germania il numero di morti sul lavoro è inferiore rispetto all’Italia. Da questo dato si evince che, al fine di conseguire uno specifico obiettivo, l’utilizzo di eccessiva coazione/punizione può essere controproducente.
Come già scritto, il sistema responsivo ha un solo vincolo cioè l’obiettivo che si vuole raggiungere. Il sistema costrittivo ha due vincoli: l’obiettivo prefissato e le coazioni/punizioni delle leggi. I due sistemi possono interagire solo attraverso l’obiettivo prefissato comune. Adempiuti gli obblighi di legge, il datore di lavoro può agire liberamente con il proprio sistema responsivo. Egli può mantenere l’obiettivo di evitare gli infortuni, oppure può modificare quest’obiettivo, prefiggendosi facili guadagni. Se la legislazione relativa agli infortuni sul lavoro è snella e stabilisce regole generali, il datore di lavoro, nonostante abbia adempiuto gli obblighi derivanti da queste leggi, tuttavia si sente responsabile di eventuali infortuni. Questo senso di responsabilità lo induce a perseguire quest’obiettivo. Il suo sistema costrittivo e il suo sistema responsivo collaborano al fine di evitare gli infortuni. Il principio di equilibrio è rispettato.
Se la legislazione relativa agli infortuni sul lavoro è dettagliata e contiene numerosi obblighi/divieti, il datore di lavoro, adempiuti gli obblighi di legge, non si sente responsabile di eventuali infortuni. Egli, quindi, non mantiene col proprio sistema responsivo l’obiettivo iniziale ma si prefigge altro. Il principio di equilibrio è disatteso. Gli infortuni sul lavoro in Germania dipendono dall’equilibrio tra sistema costrittivo e sistema responsivo di datori di lavoro mentre gli infortuni sul lavoro in Italia dipendono dal solo sistema costrittivo del datore di lavoro.
Quando il legislatore promulga un numero eccessivo di leggi per regolare ambiti sociali, fa leva sul solo sistema costrittivo dei cittadini. Di fatto li deresponsabilizza. Al cittadino basta ubbidire a queste norme poi può tranquillamente prefiggersi obiettivi legati ai propri interessi. Quando le leggi promulgate sono poche e pongono norme di carattere generale, il legislatore rispetta il principio di equilibrio facendo leva sia sul sistema costrittivo del cittadino sia sul suo sistema responsivo.
Si giustifica l’eccesso di leggi, sostenendo che è controproducente far leva sul senso di responsabilità degli italiani. Gli italiani sono considerati un popolo d’individualisti, con poco senso di responsabilità. Se non sono costretti dalle leggi ad agire nell’interesse generale sono portati per indole ad agire per proprio tornaconto. Si ritiene che, qualora gli italiani utilizzassero le stesse leggi sugli infortuni sul lavoro dei tedeschi, il numero degli incidenti aumenterebbe considerevolmente. Si confonde la causa con l’effetto. La rottura dell’equilibrio tra sistema costrittivo e sistema restrittivo, dovuta alle eccessive imposizioni di legge, genera mancanza di responsabilità. Non è la mancanza di responsabilità a causare l’eccessiva legiferazione.
Questa idea sui cittadini italiani è alla base del comportamento del governo italiano durante la pandemia di coronavirus. Sono stati promulgati innumerevoli decreti che hanno limitato a dismisura la libertà dei singoli cittadini. L’azione del governo si è concentrata sul solo sistema restrittivo, fondato su obblighi, divieti e punizioni. La libertà e il senso di responsabilità dei cittadini italiani non sono stati presi in alcuna considerazione. Si è legiferato senza tener in alcun conto il principio di equilibrio.