In un precedente articolo abbiamo differenziato le relazioni in : relazioni inter pares e relazioni superiore/subordinato. Membri di relazioni inter pares sono cittadini, fratelli e sorelle, compagni di scuola, ecc. Membri di relazione superiore/subordinato sono preside/docente, legislatore/cittadino, medico/paziente, ecc..
La relazione superiore/subordinato si può inquadrare nel modello concernente i due sistemi cognitivi degli individui, cioè il sistema costrittivo e il sistema responsivo. Come già scritto, i due sistemi agiscono insieme quando è presente un obiettivo comune. Fissato l’obiettivo di limitare gli infortuni sul lavoro, il datore di lavoro attiva il proprio sistema costrittivo, applicando le leggi e attiva il proprio sistema responsivo, agendo con senso di responsabilità
Anche la relazione superiore/subordinato ha per legame gli obiettivi. Il superiore si prefigge alcuni obiettivi e interagisce col subordinato affinché anche quest’ultimo si prefigga gli stessi obiettivi. Per esempio, il datore di lavoro si prefigge l’obiettivo di evitare gli infortuni sul lavoro e interagisce con un operario della sua ditta affinché anche costui si prefigga lo stesso obiettivo. Il datore di lavoro può far leva su ambedue i sistemi cognitivi (costrittivo e responsivo) dell’operaio, oppure può far leva su uno solo di essi. Se fa leva sul solo sistema responsivo, non detta alcuna regola (uso del casco, della cintura, ecc.), ma si adopera affinché quest’obiettivo sia condiviso dall’operaio. In questo caso agisce sul piano del convincimento. Se, invece, fa leva sul solo sistema costrittivo, si limita a dettare le regole e s’impegna a farle rispettare. Infine, qualora faccia leva su ambedue, detta le regole e nel contempo cerca di convincere l’operaio a condividere quest’obiettivo.
La relazione superiore/subordinato ottimale è quella in cui il superiore fa leva sua ambedue i sistemi cognitivi del subordinato. Quando questa relazione si fonda sul solo sistema costrittivo, essa degenera in relazione servo/padrone. La relazione servo/padrone, infatti, si basa sul solo sistema costrittivo. Il padrone detta le regole funzionali a un obiettivo e il servo è costretto dalle punizioni a rispettarle. Al padrone non interessa se il servo condivide l’obiettivo prefissato. Dal servo si pretende soltanto cieca obbedienza.
Spesso impartire ordini e divieti ai propri subordinati diventa un piacere. Questo piacere può diventare una vera e propria patologia. Il soggetto che ne è affetto tratta da servi i suoi subordinati e può arrivare a trattare da servi anche propri concittadini, con i quali dovrebbe avere un rapporto inter pares. Definiamo questa patologia “sindrome di Prisibéev”.
Il sottufficiale Prisibéev è il protagonista di un racconto di Cechov. Egli è un sottufficiale in pensione e non ha alcun titolo che gli consenta di agire come superiore rispetto ai suoi concittadini. Ciò nonostante egli agisce nei loro confronti come un padrone con i servi. Impartisce loro continuamente ordini e divieti. Impone loro di non accendere fuochi a tarda sera e di non cantare. Ordina loro di andare a dormire e sorveglia le donne come un “suocero”. Prisibéev arriva al punto di picchiare chi si ribella. Il suo atteggiamento suscita rabbia e derisione. Egli è convinto che chi possieda un’adeguata esperienza e cultura ha il dovere di guidare il cittadino ignorante che, lasciato solo, danneggerebbe se stesso e gli altri.
Difficilmente chi è affetto dalla sindrome di Prisibéev agisce come un padrone nei confronti di suoi pari. Scatenerebbe rabbia e derisione. Di solito questa sindrome si manifesta nel rapporto superiore/subordinato. Chi è affetto da questa sindrome agisce nei confronti del subordinato attraverso obblighi e divieti. Solo raramente fa leva sul suo senso di responsabilità.
La pandemia di coronavirus ha creato uno stato di emergenza nelle varie nazioni del mondo, accrescendo il potere dei premier, dei governatori di regione e dei sindaci. Ad alcuni di questi si è offerta la possibilità di trattare i propri concittadini come servi ignoranti cui imporre obblighi e divieti. Il premier italiano Giuseppe Conte si è circondato di un comitato di esperti che gli ha fornito il supporto di esperienza e cognizioni tali da porlo in una situazione di palese superiorità rispetto al volgo ignorante. Prisibéev era convinto che il cittadino ignorante, senza guida, avrebbe danneggiato se stesso e gli altri. Analogamente, il premier Conte si è convinto che il popolo italiano ignorante, senza guida, diffonda la pandemia. Prisibéev guidava i suoi concittadini con obblighi, divieti e punizioni. Analogamente Conte guida il popolo italiano con obblighi, divieti e punizioni. Prisibéev, col suo comportamento, scatenava rabbia e derisione. Ciò accadeva sempre perché non aveva il titolo per imporre il suo volere. Conte, che invece ha il titolo per le sue imposizioni, ha suscitato rabbia e derisione solo in alcune circostanze. Hanno fatto il giro del mondo, le immagini dei due poliziotti in moto che multano su una spiaggia deserta un cittadino che prende il sole.