L’Antico Testamento e il Nuovo Testamento

Riprendiamo alcuni concetti già espressi in un precedente scritto. Differenziamo le relazioni in: relazione inter pares e relazione superiore/subordinato. Membri di relazioni inter pares sono i docenti, gli alunni, ecc. Membri di relazione superiore/subordinati sono medico/pazienti, docente/alunni, ecc.

La relazione superiore/subordinati e la relazione inter pares formano una struttura gerarchica ad albero, che è a fondamento dell’organizzazione sociale. Nella figura 1) è illustrata la relazione gerarchica ad albero, nell’ambito dell’istruzione. Il ministro della pubblica istruzione con i dirigenti scolastici ha una relazione superiore/subordinati; analogamente ciascun dirigente scolastico intrattiene una relazione superiore/subordinati con i docenti del proprio istituto. Tra i dirigenti scolastici e tra i docenti vi è una relazione inter pares.

Abbiamo ipotizzato due sistemi neurali funzionali ai comportamenti sociali: sistema responsivo e sistema costrittivo. Il primo fa leva sulla libertà/senso di responsabilità; il secondo si basa sulla coazione/punizione. Questi due sistemi neurali regolano sia le relazioni gerarchiche sia le relazioni inter pares. Soffermiamoci sulle relazioni inter pares. Il sistema responsivo richiede comportamenti liberi e responsabili e si attiva in contesti amichevoli. Il sistema costrittivo richiede comportamenti difensivi/offensivi e si attiva in situazioni conflittuali. Quando due soggetti entrano in conflitto, ognuno cerca di prevalere sull’altro, imponendo i propri obiettivi. Chi vince, s’impone sull’altro e s’instaura tra i due soggetti la relazione superiore/subordinato. Il superiore impone con la forza i suoi obiettivi al subordinato.

Il sistema costrittivo è alla base dell’affermazione di Hobbes: “homo homini lupus”. Letteralmente sta a significare che l’uomo è un lupo per il suo simile. Nel corso della sua vita, infatti, ciascun uomo non mancherà di ostacolare e prevaricare l’altro da sé, volendo trarre da esso il massimo del vantaggio.  Il sistema responsivo è alla base del messaggio evangelico. Gesù predicava amore, fratellanza, compassione, misericordia, ecc.. Queste due modalità di interazione tra gli uomini sono contrapposte. La prima modalità (sistema costrittivo) mira alla sottomissione dell’altro. In questa modalità l’uomo cerca di predare l’altro uomo che a sua volta si difende e contrattacca. La seconda modalità (sistema responsivo) mira alla convivenza pacifica, alla fratellanza.

Per limitare al massimo i conflitti tra gli uomini, cioè il frequente utilizzo del sistema costrittivo, nasce la comunità con le sue leggi. La comunità si fa carico delle conflittualità dei singoli individui e li libera dall’obbligo di offendere/difendersi. La comunità, infatti, si dota di un proprio sistema costrittivo che è il sistema giudiziario.  Esso si pone sopra il sistema costrittivo dei singoli individui. I cittadini della comunità, in tal modo, possono interagire l’uno con l’altro con il solo sistema responsivo. A evitare conflitti, prevaricazioni, soprusi, abusi ci pensa la comunità col proprio sistema costrittivo. 

Chiariamo con un esempio. Supponiamo che un bambino timido frequenti una prima elementare. Egli potrebbe essere vittima di soprusi da parte di compagni di classe. A tutelarlo c’è il sistema costrittivo della comunità scolastica con i suoi rappresentanti: i docenti, il dirigente scolastico e il personale ATA. Questi rappresentanti della comunità applicano i regolamenti e impediscono che si crei conflittualità tra gli alunni. Il bambino, quindi, può tranquillamente interagire con i propri compagni attraverso il proprio sistema responsivo, instaurando rapporti di cordialità, amicizia, comprensione.

Soffermiamoci adesso sulla religione cattolica. A fondamento di questa religione ci sono l’Antico Testamento e il Nuovo Testamento. Il Dio dell’Antico Testamento crea l’uomo a sua immagine e somiglianza e lo dota dei due sistemi cognitivi. Il sistema costrittivo è indispensabile ai fini della sopravvivenza del singolo uomo e della stessa specie. Questo sistema consente all’uomo di fuggire e di predare; gli consente, inoltre, di aggredire e difendersi. Il sistema responsivo, fondato sul rispetto, la convivenza pacifica e la fratellanza è fondamentale nei rapporti tra membri della stessa famiglia.

Il messaggio delll’Antico e del Nuovo Testamento può essere così sintetizzato: l’uomo non può essere fratello dell’uomo fuori dalla comunità; la fratellanza tra gli uomini presuppone una comunità coesa con delle leggi che sono rispettate e che sono fatte rispettare. Nell’Antico Testamento Dio insegna al popolo di Israele l’importanza della comunità. Essa consente all’uomo di uscire dallo stato animalesco e di civilizzarsi. Dio stesso detta le leggi della comunità e punisce chi non le rispetta. Sulla base delle leggi divine sono realizzate le leggi laiche che regolano i rapporti  della comunità. Il Dio dell’Antico Testamento è vendicativo, implacabile verso chi si schiera contro di Lui e viola le sue leggi. Ciò discende dal fatto che Egli rappresenta l’intera comunità e come tale supporta su di sé il sistema costrittivo di tutti i cittadini del regno di Israele. Se non fosse così, la comunità si disgregherebbe e ognuno sarebbe lupo all’altro.

Quando la comunità è coesa, la contrapposizione di un uomo all’altro uomo non può più avvenire poiché ciascuno deve ubbidire alle leggi. Si riduce, fin quasi a eliminarsi, l’attivazione del sistema costrittivo di ciascun uomo; cessa l’aggressione e la prevaricazione. Creata e resa coesa la comunità, può nascere e svilupparsi la fratellanza tra gli uomini. Dio, allora, manda il Figlio sulla terra a insegnare agli uomini il valore della fratellanza e dell’amore verso il prossimo. Quando nasce Gesù, il sistema giuridico della religione ebraica e dell’impero romano garantivano il rispetto delle leggi. Nessuno poteva essere lupo per un altro uomo. Le leggi lo impedivano. Ciascun cittadino libero di Israele e dell’Impero poteva convivere con i propri simili attraverso rapporti basati essenzialmente sul sistema responsivo. Gesù, quindi, può diffondere il messaggio evangelico che acquista significato e valore, proprio perché la comunità è ben organizzata attraverso un ottimo sistema giuridico religioso e laico.

I detti di Gesù “porgi l’altra guancia”  e “ama il prossimo tuo come te stesso” sono applicabili in una comunità ben organizzata. Immaginiamo alcune persone che si trovano in un’isola deserta. Se essi non si organizzano in una comunità e stabiliscono delle regole comportamentali, nelle loro interazioni prevarrà, inesorabilmente, il sistema costrittivo. Ognuno cercherà di prevaricare sull’altro. In questo contesto, il messaggio evangelico diventa assurdo e controproducente. Chi agisse seguendo i dettami del vangelo, sarebbe immediatamente ridotto a servo di un altro. Gesù questo lo sapeva. La sua affermazione “date a Cesare quel che è di Cesare e date a Dio quello che è di Dio” significa: rispettate le leggi laiche e le leggi religiose. Senza di esse, la comunità si disgrega e cessa la tutela dei cittadini dalle prevaricazioni e dalle ingiustizie del prossimo.

Tra il Dio dell’Antico Testamento e il Dio del Nuovo Testamento (Gesù) non c’è contrapposizione ma complementarietà. Il primo è terribile, vendicativo, punitivo; il secondo è benevolo, comprensivo, amorevole. Devono essere così. Il Dio dell’Antico Testamento deve creare e rendere coesa la comunità. Non può farlo con l’amore e la solidarietà. La comunità si fonda sulle leggi, sul loro rispetto e sulla punizione di chi le viola. Gesù, che nasce e vive in una comunità coesa, dove i cittadini rispettano le leggi, può diffondere il suo messaggio d’amore e di fratellanza.

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