Papa Francesco

Riprendiamo alcune idee espresse nel precedente scritto. Abbiamo ipotizzato due sistemi neurali funzionali ai comportamenti sociali: sistema responsivo e sistema costrittivo. Il primo fa leva sulla libertà/senso di responsabilità; il secondo si basa sulla coazione/punizione. Il sistema responsivo richiede comportamenti liberi e responsabili e si attiva in contesti amichevoli. Il sistema costrittivo richiede comportamenti difensivi/offensivi e si attiva in situazioni conflittuali. Quando due soggetti entrano in conflitto, ognuno cerca di prevalere sull’altro, imponendo i propri obiettivi. Chi vince, s’impone sull’altro e s’instaura tra i due soggetti la relazione superiore/subordinato. Il superiore impone con la forza i suoi obiettivi al subordinato.

Il sistema costrittivo è alla base dell’affermazione di Hobbes: “homo homini lupus”. Letteralmente sta a significare che l’uomo è un lupo per il suo simile. Nel corso della sua vita, infatti, ciascun uomo non mancherà di ostacolare e prevaricare l’altro da sé, volendo trarre da esso il massimo del vantaggio.  Il sistema responsivo è alla base del messaggio evangelico. Gesù predicava amore, fratellanza, compassione, misericordia, ecc.. Per limitare al massimo i conflitti tra gli uomini, cioè il frequente utilizzo del sistema costrittivo, nasce la comunità con le sue leggi. La comunità si fa carico delle conflittualità dei singoli individui e li libera dall’obbligo di offendere/difendersi. Nel Vecchio Testamento Dio insegna al popolo di Israele l’importanza della comunità. Essa consente all’uomo di uscire dallo stato animalesco e di civilizzarsi. Dio stesso detta le leggi della comunità e punisce chi non le rispetta. Sulla base delle leggi divine sono realizzate le leggi laiche che regolano i rapporti  della comunità

Quando la comunità è coesa, la contrapposizione di un uomo all’altro uomo non può più avvenire poiché ciascuno deve ubbidire alle leggi. Si riduce, fin quasi a eliminarsi, l’attivazione del sistema costrittivo di ciascun uomo; cessa l’aggressione e la prevaricazione. Creata e resa coesa la comunità, può nascere e svilupparsi la fratellanza tra gli uomini.

Nel precedente scritto abbiamo affermato che tra il Dio del Vecchio Testamento e il Dio del Nuovo Testamento (Gesù) non c’è contrapposizione ma complementarietà. Il primo è terribile, vendicativo, punitivo; il secondo è benevolo, comprensivo, amorevole. Devono essere così; essi rispecchiano i due sistemi cognitivi complementari della mente umana: il sistema costrittivo e il sistema responsivo. Il Dio del Vecchio Testamento deve creare e rendere coesa la comunità. Non può farlo con l’amore e la solidarietà. La comunità si fonda sulle leggi, sul loro rispetto e sulla punizione di chi le viola. Gesù che nasce e vive in una comunità coesa, dove i cittadini rispettano le leggi, può diffondere il suo messaggio d’amore e di fratellanza.

Il messaggio evangelico di Gesù non è indipendente dal messaggio di Dio (del Vecchio Testamento) ma lo presuppone. Gesù, infatti, non rinnega le leggi religiose e laiche, ma agisce rispettandole e invita i fedeli a fare altrettanto. Gesù, infatti, è consapevole che soltanto una comunità ben organizzata, con un proprio efficace sistema giudiziario, consente ai fedeli rapporti interpersonali amichevoli e di fratellanza.  Gli insegnamenti di Cristo non hanno valore assoluto ma relativo. Essi, cioè, non si applicano sempre e comunque. Sono realizzabili in comunità coese, nelle quali le leggi umane e divine sono rispettate e fatte rispettare. La Bibbia contiene il messaggio che la comunità è più importante del singolo. Dio Padre tutela la comunità, Dio Figlio educa i singoli al rispetto del prossimo.

La comunità religiosa della chiesa cattolica è organizzata gerarchicamente in relazioni superiore/subordinati. A capo di essa c’è il Papa, più in basso i cardinali; alla base della gerarchia vi sono i preti. Tutti sono rappresentanti di Dio e dei fedeli. L’organizzazione gerarchica della Chiesa Cattolica è tipica di ogni comunità umana. Tutte le comunità umane sono organizzate gerarchicamente e la loro funzione primaria è quella di preservare/tutelare la comunità. Il messaggio evangelico concerne le relazioni inter pares tra singoli individui siano essi fedeli o rappresentanti della Chiesa. Esso ha valore relativo perché presuppone la comunità con la sua organizzazione gerarchica.  

Papa Francesco ritiene che il messaggio evangelico abbia valore assoluto. Esso, quindi, va attuato sempre e comunque a prescindere dalla comunità. Egli, inoltre, si fa portavoce del volere divino che questo messaggio si diffonda ovunque nel mondo. Sganciato dalla comunità della Chiesa Cattolica, l’insegnamento di Papa Francesco vale per l’intera Comunità Umana. Acquista valore universale e assoluto. Papa Francesco trascende il suo ruolo e agisce come se fosse un rappresentante religioso della Comunità Mondiale.

Il rito della lavanda dei piedi rimanda al Vangelo secondo Giovanni, in cui si racconta di Gesù che lava i piedi agli apostoli. Gesù e gli apostoli fanno parte della stessa comunità religiosa. Gesù non lava i piedi a un non credente. Papa Francesco in occasione della coena domini nella cappella del carcere Regina Coeli ha lavato i piedi a dodici carcerati: otto cattolici, due musulmani, uno ortodosso e uno buddista.  Con questo rito, realizzato con detenuti non cattolici, Papa Francesco dichiara, urbi et orbi, di non essere rappresentante della sola Comunità Cattolica, ma di essere rappresentante della Comunità Mondiale.

Papa Francesco ha esortato più volte i fedeli ad aiutare i migranti e ha invitato gli ecclesiastici ad aprire le porte delle chiese per accogliere questi disperati. “Se le chiese rimangono chiuse, non sono chiese ma musei”, ha detto il pontefice. Molte chiese, quindi, si sono attrezzate per alloggiare numerosi profughi sbarcati nella Penisola. Con questo gesto è confermata la linea universalistica del pontificato di Papa Francesco. Aprire le porte delle chiese per accogliere persone di fede diversa significa che la Chiesa Cattolica non rappresenta la Comunità Cattolica ma la Comunità Mondiale. L’assolutismo e l’universalismo richiedono un prezzo da pagare. Se un uomo è cittadino del Mondo, non ha più una Patria. Analogamente, un Papa che si ritiene rappresentante della Comunità Mondiale, cessa di rappresentare la Comunità Cattolica Cristiana.

Le chiese sono luoghi sacri di culto. L’affermazione di Papa Francesco, che le chiese chiuse sono musei e vanno aperte ai profughi, va contro i dettami della religione cattolica. Le chiese, diventando ospizio per disperati, perdono la loro sacralità. La dissacrazione delle chiese è un altro aspetto dell’universalismo religioso di questo pontificato. Tutto avviene secondo una logica. Papa Francesco si ritiene rappresentante divino non della Comunità Cattolica ma dell’intera Comunità Umana. E’ necessario che anche le chiese, da luoghi di culto della Comunità Cattolica, diventino luoghi funzionali a questa nuova religione universalistica. Per questo motivo perdono la loro sacralità e acquisiscono la nuova funzione di ospizio per disperati di tutto il mondo.

Questa nuova religione universalistica ha i suoi riti che vanno celebrati nelle chiese e fuori di esse. Questi nuovi riti sacri sostituiscono quelli antichi. Per essere accolti nella Chiesa Universale di Papa Francesco, il fedele può fare a meno di andare a messa, di cresimarsi, fare battezzare i figli, di rispettare i vincoli di fedeltà nel matrimonio, ecc. Importante è che accolga, aiuti, sia solidale.  I riti sacri sono sostituiti dai nuovi riti dell’accoglienza, dell’aiuto, della solidarietà. Questi riti sono compiuti anche nelle chiese rese funzionali a questa nuova religione universalistica.

La nuova religione universalistica abbracciando l’intera Comunità Umana disgrega la Comunità Cattolica. La Comunità Cattolica, con la sua organizzazione gerarchica ha richiesto millenni di dottrine, studi, conflitti, …. L’universalismo e l’assolutismo religioso di questo Papa la stanno disgregando in pochi anni.

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