Supponiamo di far ascoltare ad un gruppo di persone alcuni suoni lungo un continuum tra “ta” e “da”. Il compito consiste nel dire “cosa” percepiscono. Per queste persone ogni suono che si discosta da “ta” e si avvicina a “da” è un “ta” oppure un “da”. Vi è una soglia intermedia di là dalla quale un suono è percepito o come “ta” oppure come “da” (figura 1).

Questo fenomeno è chiamato “percezione categoriale”.
Se si chiede alle stesse persone di differenziare i suoni che si situano lungo il continuum tra “da” e “ta”, essi eseguono perfettamente il compito. Mostrano quindi di essere in grado di percepire le sottili differenze intracategoriali.
Studi risalenti agli anni 80 hanno dimostrato che alcuni pazienti non sono in grado di stabilire se una coppia di sillabe come “ba” e “da” sia formata da sillabe uguali o diverse, però capiscono la differenza di significato tra “bad” e “dad”. Altri pazienti mostrano la dissociazione opposta: sanno distinguere facilmente tra “ba” e “da” ma hanno difficoltà a comprendere il significato delle parole.
Possiamo differenziare la percezione in “percezione categoriale” e “percezione discriminativa”.
La percezione categoriale concerne il flusso ventrale del sistema parmenideo. La percezione discriminativa concerne il flusso dorsale del sistema eracliteo.
Nella percezione discriminativa dapprima si realizza un passaggio conscio nel tempo o nello spazio/tempo da una unità segmentale all’altra (ba → da); successivamente avviene un confronto tra i due “enti” percepiti, che sono differenziati l’uno dall’altro. Chiamiamo il passaggio nel tempo (o nello spazio/tempo) “percezione segmentale”.
Supponiamo di ascoltare la parola composta “cavolfiore”. Col sistema eracliteo possiamo realizzare la percezione segmentale. Realizziamo il passaggio ordinato nel tempo da un’unità segmentale all’altra: cavol → fiore. Il passaggio ordinato nel tempo è una “mappa temporale”. La segmentazione percettiva è conscia; siamo, infatti, consapevoli di percepire una parola composta frazionata in due parole.
Col sistema parmenideo possiamo realizzare la percezione categoriale. In questa circostanza si attiva uno schema in cui i fonemi sono strutturati in sillabe, le sillabe in parole, le parole in sintagmi. Nell’immagine in basso è illustrato lo schema parmenideo del “sintagma nominale” cavolfiore (figura 2).

Figura 2. Schema percettivo parmenideo che si attiva con la percezione categoriale del sintagma nominale “cavolfiore”. I fonemi si strutturano in sillabe; le sillabe si strutturano in parole; le due parole si strutturano in un sintagma nominale.
Ricordiamo che i percetti parmenidei sono forme, mentre i percetti eraclitei sono figure che si stagliano sullo sfondo. Quando realizziamo la percezione segmentale, il sistema eracliteo passa (nello sfondo temporale) da una figura all’altra. Riteniamo che la rete semantica sia associativa e concerna forme parmenidee. Gli schemi sono strutture formali e interagiscono con la rete associativa e semantica.
Quando realizziamo la percezione categoriale della parola “cavolfiore”, si genera lo schema della figura 2. Questo schema è strutturato per livelli. Abbiamo il livello di strutturazione delle sillabe, delle parole e del sintagma. E’ plausibile che gli “enti” di ciascun livello entrino nella rete associativa e semantica funzionale al riconoscimento e ai significati. Ciascun fonema, ciascuna sillaba, ciascuna parola e il sintagma interagiscono con la rete associativo/semantica.
Nella figura in basso sono illustrati i due schemi concernenti le parole “cavol” e “fiore” che entrano indipendentemente l’una dall’altra nella rete associativa e semantica.

Nella figura 4) in basso sono illustrati i quattro schemi concernenti le sillabe delle parole “cavol” e “fiore” che entrano indipendentemente l’uno dall’altro nella rete associativa e semantica.

Figura 4. Schemi percettivi parmenidei che si attivano con la percezione categoriale del sintagma nominale “cavolfiore”. Ciascuna sillaba, ca, vol, fio, re, strutturata in uno schema, entra nella rete associativa/semantica. Le quattro sillabe concorrono al riconoscimento della parola composta (cavolfiore) e al riconoscimento di ciascuna singola parola (cavol e fiore)
L’area percettiva parmenidea dei suoni del linguaggio è organizzata per livelli. Al primo livello c’è l’area di strutturazione sillabica. I fonemi si strutturano in sillabe. Dopo questa strutturazione le sillabe entrano nella rete associativa. Al secondo livello c’è l’area di strutturazione verbale (delle parole). Le sillabe (strutturate al primo livello) si strutturano in parole. Dopo questa strutturazione le parole entrano nella rete associativa e semantica. Al terzo livello c’è l’area di strutturazione sintagmatica. Le singole parole si strutturano in sintagmi. Dopo questa strutturazione, i sintagmi entrano nella rete semantica. Al quarto livello c’è l’area di strutturazione frasale. I sintagmi si strutturano in un frasi. Dopo questa strutturazione, le frasi entrano nella rete semantica. Al quinto livello c’è l’area di strutturazione periodale. Le frasi si strutturano in un periodi. Dopo questa strutturazione, i periodi entrano nella rete semantica.
Supponiamo di percepire il periodo: “La foglia gialla cade dall’albero perché è mossa dal vento”. Nella rete associativa (e semantica) entrano i foni: l-a-f-o-g-l-i-a-g-i-a-l-l-a-c-a-d-e-d-a-l-l-a-l-b-e-r-o-p-e-r-c-h-è-è-m-o-s-s-a-d-a-l-v-e-n-t-o, gli schemi sillabici: la-fo-glia-gial-la-ca-de-dal-lal-be-ro-per-ché-è-mos-sa-dal-ven-to, gli schemi verbali:la-foglia-gialla-cade-dall-albero-perché-è-mossa-dal-vento, gli schemi sintagmatici: la foglia gialla-cade dall’albero-perché è mossa dal vento, gli schemi frasali: la foglia gialla cade dall’albero-perché è mossa dal vento, lo schema periodale: la foglia gialla cade dall’albero perché è mossa dal vento.
Una lesione cerebrale che impedisce la strutturazione schematica dei primi livelli, cioè quello sillabico e verbale, crea problemi a tutti gli altri livelli di ordine superiore.