Riportiamo quanto scritto sulla Treccani riguardo a questo personaggio biblico. Mosè, secondo il racconto dell’Esodo, nacque dalla stirpe di Levi, mentre gli Ebrei in Egitto erano perseguitati. Sua madre, invece di farlo gettare nel fiume secondo i decreti della persecuzione, lo depose nella giuncaia del Nilo entro una cesta, e qui fu trovato da una figlia del faraone, che lo prese e lo allevò alla corte. Per aver ucciso un Egiziano che bastonava un Ebreo, dovette fuggire nel deserto di Madian dove il Dio d’Israele gli si rivelò col suo nome Yahweh e gli affidò la liberazione del popolo ebraico. Tornato in Egitto, tentò vanamente di persuadere il faraone a lasciar liberi gli Ebrei; e allora richiamò sull’Egitto le «dieci piaghe», al termine delle quali fu concesso il permesso di partire. Gli Ebrei mossero così, sotto la guida di Mosè, verso il Mar Rosso. Rincorsi dall’esercito del faraone, che voleva nuovamente trattenerli, riuscirono tuttavia ad attraversare il mare, che travolse invece gli inseguitori. M. procedette quindi verso il Monte Sinai, e qui ebbe molte rivelazioni da Yahweh, ricevendone le leggi morali e culturali per il popolo (il cosiddetto decalogo). Ripartì poi verso la terra di Canaan. Dopo una permanenza di circa 40 anni nel deserto, gli Ebrei conquistarono la Transgiordania meridionale, e qui, sul Monte Nebo, Mosè morì in vista della Terra Promessa.
Riprendiamo il concetto di comunità. Una comunità è organizzata in una struttura ad albero, nella quale, i suoi membri hanno tra di loro due tipologie di relazione: superiore/subordinato e inter pares (tra pari). Nella figura 1) è illustrata la prima comunità umana/divina. Dio è il superiore, Adamo ed Eva sono subordinati a Lui. Tra Adamo ed Eva vi è una relazione inter pares.

Con Mosè, a capo del popolo ebraico e sottomesso a Yahweh, si ha la prima comunità umana/divina stabile. Essa è rappresentata nella figura 2). Mosè e gli ebrei formano la Comunità Umana di cui Mosè (superiore) è rappresentante. Mosè è subordinato a Dio e ne accetto la superiorità in nome della comunità.

Mosè incide sulle Tavole della Legge i dieci comandamenti. Essi sono dettati direttamente da Dio e costituiscono i valori morali peculiari della Comunità Israeliana. Dio detta a Mosè anche le leggi sociali. Il principio guida di queste leggi, può essere così sintetizzato: “occhio per occhio, dente per dente”. Le leggi sociali regolano i rapporti tra i singoli cittadini e la comunità, che interagisce con i cittadini attraverso i suoi rappresentanti. “Occhio per occhio”, vuol dire quanto segue: se tu cittadino cavi un occhio ad un altro cittadino, il rappresentante della comunità caverà a te un occhio, poiché hai infranto la legge.
La prima comunità voluta direttamente da Dio, si basa su due tipologie di leggi: le leggi morali e le leggi sociali. A nostro avviso, ciò discende dal fatto che ciascun uomo è dotato di un sistema cognitivo con cui interagisce con i suoi simili. Si tratta del sistema motivazionale. Il sistema motivazionale è il sistema dei bisogni primari e delle emozioni. Esso corrisponde a quello che gli studiosi di neuroscienze chiamano “sistema limbico”. Il sistema motivazionale (o limbico) è formato da due circuiti: circuito delle emozioni e circuito dei bisogni primari. Essi si differenziano per i nuclei subcorticali. Il circuito delle emozioni ha per centro subcorticale i nuclei dell’amigdala; il circuito dei bisogni primari ha per centro subcorticale i nuclei dell’ipotalamo. I bisogni primari sono: fame/sete, sonno/veglia, caldo/freddo, pulsioni sessuali, ecc. Essi sono controllati e regolati dal circuito dell’ipotalamo. Il sistema motivazionale richiede comportamenti difensivi/offensivi e si attiva in situazioni conflittuali. Quando due soggetti entrano in conflitto, ognuno cerca di prevalere sull’altro, imponendo i propri obiettivi. Chi vince, s’impone sull’altro e s’instaura tra i due soggetti la relazione superiore/subordinato. Il superiore impone con la forza i suoi obiettivi al subordinato. Il sistema motivazionale è alla base dell’affermazione di Hobbes: “homo homini lupus”. Letteralmente sta a significare che l’uomo è un lupo per il suo simile. Nel corso della sua vita, infatti, ciascun uomo non mancherà di ostacolare e prevaricare l’altro da sé, volendo trarre da esso il massimo del vantaggio.
Il sistema motivazione guida le nostre azioni. Esso è peculiare di ciascun singolo individuo che reagisce in una determinata situazione in modo diverso rispetto agli altri. Se l’individuo vuol far parte di una comunità, deve utilizzare a guida delle proprie azioni due tipologie di leggi: le leggi morali e le leggi sociali Le leggi sociali hanno la funzione di inibire il sistema motivazionale. Egli, per paura delle conseguenze, evita di commettere reati. La comunità, però, non si può fondare soltanto sul timore e la costrizione. Una comunità che si fonda soltanto sulle leggi sociali non è coesa. Una comunità ha bisogno d’ideali, di valori condivisi che siano guidano il comportamento di ciascuno. Nella figura 3) è illustrato il rapporto tra i sistemi motivazionale di ciascun individuo con le leggi morali e sociali della comunità. Le leggi sociali inibiscono il sistema motivazionale (linee continue); le leggi morali sono da guida al sistema motivazionale (linee tratteggiate).

Ciascun ebreo, se vuol far parte della comunità umana di Israele, deve accettare le leggi sociali sottomettendosi a esse. Inoltre deve condividere i valori espressi dalle leggi morali. Egli facendo suoi i precetti morali, limita la propria libertà; in tal modo, il proprio sistema motivazionale fa parte di un sistema motivazionale comune a tutto il popolo. Le leggi morali, cioè i valori condivisi provengono direttamente da Dio e rendono la comunità umana degna di far parte della comunità umana/divina.