Il sistema motivazionale

Il sistema motivazionale è il sistema dei bisogni primari e delle emozioni. Esso corrisponde a quello che gli studiosi di neuroscienze chiamano “sistema limbico”. Il sistema motivazionale (o limbico) è formato da due circuiti: circuito delle emozioni e circuito dei bisogni primari. Essi si differenziano per i nuclei subcorticali.  Il circuito delle emozioni ha per centro subcorticale i nuclei dell’amigdala; il circuito dei bisogni primari ha per centro subcorticale i nuclei dell’ipotalamo.  I bisogni primari sono: fame/sete, sonno/veglia, caldo/freddo, pulsioni sessuali, ecc. Essi sono controllati e regolati dal circuito dell’ipotalamo. Nella figura 1) è illustrato il sistema motivazionale. Esso è formato da due circuiti: emotivo e dei bisogni primari. Il primo ha come centro subcorticale l’amigdala; il secondo ha come centro subcorticale l’ipotalamo. Il circuito emotivo gestisce la rabbia, la paura, l’amore, l’ansia, ecc.; il circuito dei bisogni primari controlla la fame/sete, il sonno/veglia, le pulsioni sessuali, il caldo/freddo, la nausea, il vomito, ecc.

I circuiti motivazionali hanno una stretta connessione con l’ippocampo, importante per la memoria episodica. Il sistema motivazionale è, quindi, organizzato attraverso la memoria episodica. Eventi pregnanti dal punto di vista emotivo e/o dal punto di vista dei bisogni primari sono fissati in memoria. Essi formano una memoria episodica motivazionale fondata sul principio del piacere/dolore (bene/male). Episodi accompagnati da emozione positiva o da soddisfacimento di un bisogno primario sono codificati come “piacere” (bene).  Episodi accompagnati da emozione negativa o da disgusto, vomito, nausea, febbre, ecc., sono codificati come dolore (male).

Immaginiamo una linea del tempo virtuale che rappresenta il tempo della nostra vita cosciente e consapevole. Essa è contrassegnata dagli episodi significativi del nostro vissuto. In questa linea temporale della nostra vita, ogni episodio significativo è rappresentato da un paletto. Il paletto è bianco se l’episodio è stato piacevole; il paletto è nero se l’episodio è stato spiacevole. Questa linea temporale virtuale, con i suoi paletti, è la memoria del nostro sistema motivazionale. Esso funge da guida alle azioni che ci accingiamo a compiere. Possiamo rappresentare la memoria episodica motivazionale come un insieme di paletti bianchi (piacere) e neri (dolore), che contrassegnano la linea temporale della nostra vita cosciente e consapevole.

Nella figura 2) è illustrata l’organizzazione del sistema motivazionale. I paletti bianchi e neri rappresentano episodi piacevoli e spiacevoli che abbiamo memorizzato nel corso della nostra vita (linea del tempo.)

La memoria episodica motivazionale può essere ambientale o sociale. Supponiamo di essere in aperta campagna e di incrociare sulla nostra strada un grosso cinghiale. Immediatamente abbiamo paura. Il cinghiale, però, appena si accorge della nostra presenza, scappa. La paura fissa in memoria l’episodio che diventa paradigmatico per esperienze future. Abbiamo imparato che i cinghiali hanno paura dell’uomo. Questo episodio fa parte della memoria episodica motivazionale ambientale, in quanto abbiamo interagito con un animale. Quando interagiamo con un nostro simile, la memoria episodica motivazionale è sociale. Abbiamo, quindi, due tipologie di paletti bianchi e neri. Si tratta dei paletti ambientali e dei paletti sociali Nella figura 3) sono illustrati i due sistemi motivazionali: sociale e ambientale. I paletti bianchi e neri rappresentano episodi piacevoli e spiacevoli che abbiamo memorizzato nel corso della nostra vita (linea del tempo.)

I genitori, nell’educazione dei figli, puniscono o premiano alcuni loro comportamenti. Essi, in tal modo, acquisiscono valenza positiva (premio) o negativa (punizione). I comportamenti premiati e/o puniti entrano a far parte della memoria episodica motivazionale sociale. I bambini imparano a comportarsi, nelle interazioni sociali, utilizzando una serie di paletti bianchi (premio) e neri (punizione), che formano la loro memoria motivazionale sociale. I premi corrispondono a comportamenti corretti le punizioni corrispondono a comportamenti scorretti. I genitori, però, nell’educazione dei figli oltre al premio/punizione utilizzano anche la lode/rimprovero. I bambini sono indirizzati con la lode verso comportamenti socialmente accettati e sono deviati con il rimprovero da comportamenti socialmente inopportuni. I comportamenti socialmente accettati sono comportamenti dai valori condivisi; i comportamenti socialmente inopportuni sono comportamenti dai valori non condivisi. Designiamo con un cubetto bianco gli episodi della vita del bambino accompagnati da lode e con un cubetto nero gli episodi della vita del bambino accompagnati da un rimprovero. Abbiamo, quindi, due sistemi motivazionali sociali. Il primo concerne il premio/punizione (comportamento corretto/comportamento scorretto, contrassegnati da paletti bianchi e neri; il secondo concerne la lode/rimprovero (comportamento dal valore condiviso/comportamento dal valore non condiviso), contrassegnati da cubetti bianchi e neri. I paletti e i cubetti sono posti lungo la linea del tempo (figura 4).

Fanno parte del sistema limbico, e quindi del sistema motivazionale, il giro del cingolo, il giro paraippocampico e la corteccia olfattiva. Si tratta di aree corticali. Riteniamo che una delle funzioni più importanti del giro del cingolo sia  la relazione riferimento/riferito. Riconsideriamo l’episodio del cinghiale, che, accortosi della nostra presenza, scappa. L’episodio è utilizzato come paradigma, cioè come modello di riferimento, per eventuali incontri futuri. Questo modello di riferimento (paradigma) ci insegna che i cinghiali non costituiscono una minaccia seria per la nostra incolumità. La relazione riferimento/riferito del giro del cingolo consiste nell’utilizzo di episodi significativi come paradigma per il nostro comportamento. Essi, in altre parole, ci insegnano come comportarci.

Il sistema motivazione può essere definito attraverso le sue funzioni che sono: la sopravvivenza del singolo e il suo inserimento in una comunità. Per vivere in una comunità dobbiamo imparare a stare assieme agli altri. Occorre avere consapevolezza del nostro status e del nostro ruolo. Lo status di un individuo possiamo definirlo come il posto che occupa nella comunità, strutturata nelle due relazioni di base: superiore/subordinato e inter pares. La famiglia è una piccola comunità, in cui tra i suoi membri vi sono le due relazioni fondamentali: superiore/subordinato e inter pares.  Queste relazioni formano una struttura ad albero. Ai tempi di Mosè il capofamiglia era l’uomo. La donna era a lui subordinata. I figli avevano tra di loro una relazione inter pares ed erano subordinati al padre e alla madre (figura 5).

Lo status di Luigi, figlio di Andrea e Francesca e fratello di Marco e Luisa, è definito dalla struttura ad albero della famiglia di cui fa parte.

Diverso dallo status è il ruolo. Esso può essere definito come lo status + la funzione nella comunità. Per esempio, quello di figlio, di padre e di madre sono ruoli. Dal figlio ci si aspetta determinati comportamenti. Il ruolo determina le uguaglianze e le differenze in una comunità. Come figli, Andrea e Francesco sono uguali. Essi, infatti, nella comunità famiglia hanno lo stesso ruolo. Padre e figlio sono diversi per ruolo.

Per vivere in una comunità dobbiamo anche rispettare le regole sociali che la governano. Impariamo a comportarci soprattutto attraverso l’imitazione. Osserviamo gli altri e imitiamo il loro comportamento. L’imitazione rientra nella relazione riferimento/riferito di cui abbiamo parlato in precedenza.

Come già scritto, il sistema motivazionale di un individuo è quel sistema che ci consente di sopravvivere e stare assieme agli altri in una comunità. L’imitazione, gli episodi paradigmatici usati come riferimento, il riconoscimento dello status e del ruolo sono funzioni mentali che utilizziamo per sopravvivere e stare assieme agli altri. Queste funzioni mentali formano due sistemi motivazionali differenti. Si tratta del sistema prescrittivo e del sistema adattivo. Il sistema prescrittivo possiamo definirlo come la nostra capacità di stare assieme agli altri, mantenendo la nostra peculiarità individuale. Esso si attiva quando agiamo in una comunità che frequentiamo da qualche tempo. Abbiamo consapevolezza del nostro ruolo, abbiamo conosciuto le regole di questa comunità e possiamo agire in questa comunità rapportandoci coi suoi membri in maniera spontanea. Il sistema adattivo possiamo definirlo come la capacità di inserimento in una comunità nuova. Questo sistema, infatti, si attiva le prime volte che entriamo in contatto con i membri di una comunità per noi nuova. In questa situazione attiviamo le funzioni mentali che ci consentono di riconoscere lo status e il ruolo dei vari membri, nonché le loro regole comportamentali. Nella figura 6) sono illustrati i due sistemi motivazionali sociali: prescrittivo e adattivo.  Il primo si attiva quando interagiamo con i membri di una comunità che frequentiamo da tanto tempo; il secondo si attiva quando interagiamo con i membri di una comunità che frequentiamo da poco tempo.

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