Spazio e tempo eracliteo e parmenideo

Immaginiamo un universo pieno di corpi celesti immobili nello spazio. In quest’universo esisterebbe il tempo? Riteniamo di no. Il tempo, a nostro avviso, richiede un cambiamento, una mutazione. La mutazione può coinvolgere un singolo spazio oppure più spazi. Nel primo caso siamo alla presenza del tempo parmenideo; nel secondo caso siamo alla presenza del tempo eracliteo.

Il tempo parmenideo si origina da un passaggio di stato; il tempo eracliteo si origina da un movimento. Il passaggio di stato concerne un singolo spazio; il movimento dei corpi coinvolge più spazi: lo spazio del corpo in moto e lo spazio su cui il corpo si muove.

Osserviamo la figura 1) in basso. Si tratta di un camaleonte.

Figura 1). Camaleonte  

Supponiamo che il camaleonte muti il colore del suo manto. Siamo alla presenza di un passaggio di stato. Il manto passa dallo stato “verde” allo stato “giallo”. Questo passaggio di stato da un colore all’altro genera un tempo parmenideo. Lo spazio del mutamento, infatti, è singolo. E’ la superficie del corpo del camaleonte a variare di colore. Non vi sono altri spazi coinvolti.

Osserviamo la figura 2). Si tratta di un camaleonte che cattura con la lingua una mosca.

Figura 2). Camaleonte che cattura una mosca con la lingua  

Il movimento della lingua genera un tempo eracliteo. Questo movimento, infatti, concerne l’interazione di due spazi: lo spazio della lingua in moto e lo spazio scenico su cui si muove. I due spazi della lingua e della scena, inoltre, sono formati da due spazi, quello della figura e quello dello sfondo (aria). La lingua percorre lo sfondo, cioè l’aria, che fa parte anche della scena.

Osserviamo la figura 3) in basso. Si tratta di un pannello fotovoltaico.

Figura 3). Pannello fotovoltaico  

Supponiamo che i punti bianchi sul pannello possano accendersi e spegnersi, cioè passare da uno stato (spento) ad uno stato (acceso) e viceversa. Accendiamo per un istante in successione i punti della riga superiore partendo dal primo a sinistra. Percepiamo un movimento di luminosità da sinistra a destra nel pannello. Si tratta di una serie di passaggi di stato (acceso/spento) che avvengono ordinatamente su uno spazio.

Nel movimento parmenideo lo spazio coinvolto è uno solo; nel movimento eracliteo gli spazi coinvolti sono molteplici. La velocità di ambedue i movimenti può essere misurata. Infatti, possiamo misurare il tempo intercorrente tra l’accensione del primo punto sul pannello e l’accensione dell’ultimo.

Osserviamo la figura 4) in basso. Si tratta della rappresentazione dell’onda sonora.

Figura 4). Rappresentazione dell’onda sonora  

L’onda sonora è un susseguirsi di passaggi di stato dell’aria. L’aria passa dallo stato “compressa” allo stato “rarefatta” e viceversa. Questo susseguirsi di passaggi di stato si distribuisce lungo una direzione. Lo spazio coinvolto nella propagazione dell’onda sonora è singolo; si tratta dello spazio dell’aria stessa. Siamo alla presenza di un movimento parmenideo, la cui velocità può essere misurata.

Se assumiamo come valore “0” lo stato energetico dell’aria privo di onde sonore, avremo l’aria compressa (la cresta) con valore energetico positivo “+” e l’aria rarefatta (la valle) con valore energetico negativo “-“.

Osserviamo la figura 5) in basso. E’ raffigurato il moto ondoso del mare. 

Figura 5). Rappresentazione del moto ondoso marino  

Anche in questa circostanza siamo in presenza di un passaggio di stato  dell’acqua. L’acqua passa da uno stato di maggiore pressione a uno stato di minore pressione e viceversa. Si tratta, quindi, di un movimento parmenideo. Questo passaggio di stato si snoda lungo una direzione e la sua velocità può essere misurata.

Possiamo assumere come “0” l’energia del mare tranquillo, con “+” l’energia nella cresta, con “-“ l’energia nella cavità.

Dal punto di vista di un osservatore esterno la cresta di un’onda si muove sulla scena fino a giungere alla battigia. Si tratta, però, di un moto eracliteo apparente. Infatti, un galleggiante sulla superficie dell’acqua sale (cresta) e scende (cavità) senza spostarsi verso la battigia.

Soffermiamoci adesso sull’onda elettromagnetica (figura 6)

Figura 6). Rappresentazione dell’onda elettromagnetica  

L’onda elettromagnetica è un doppio passaggio di stato (elettrico e magnetico). L’onda elettrica passa da uno stato energia positiva (+) (cresta) ad uno stato di energia negativa (-) (valle). Anche l’onda magnetica passa da uno stato di energia positiva (cresta) a uno stato di energia negativa (valle).  L’onda magnetica si contrappone all’onda elettrica. A una cresta (+) magnetica corrisponde una valle (-) elettrica e viceversa.

Questa serie di passaggi di stato si snoda in una direzione di propagazione. Siamo alla presenza di un movimento parmenideo. Il moto eracliteo dell’onda elettromagnetica è solo apparente. L’onda elettromagnetica, infatti, non è un “ente” che si sposta nello spazio vuoto cioè sulla scena.

Trattandosi di un moto parmenideo che concerne un singolo spazio, possiamo domandarci qual è questo spazio. Il susseguirsi dei passaggi di stato (energia +/ energia -) dell’onda sonora concernono lo spazio dell’aria; Il susseguirsi dei passaggi di stato (energia +/energia -) dell’onda marina concernono l’acqua. Il susseguirsi dei passaggi di stato (energia positiva/energia negativa)dell’onda elettromagnetica concernono il vuoto.

L’onda elettromagnetica è l’energizzazione (positiva e negativa) dello spazio vuoto.

Da quanto scritto si evince che il movimento eracliteo è diverso dal movimento parmenideo, il tempo eracliteo è diverso dal tempo parmenideo e lo spazio eracliteo è diverso dallo spazio parmenideo.

Soffermiamoci sulle differenze tra i due spazi. Lo spazio parmenideo è singolo; lo spazio eracliteo è un’interazione di più spazi. Nello spazio eracliteo possiamo differenziare lo spazio scenico dallo spazio oggettuale. Sia lo spazio scenico sia lo spazio oggettuale sono formati da due spazi: lo spazio della figura e lo spazio dello sfondo.  Lo spazio dello sfondo è uno spazio di separazione degli “enti” eraclitei. Due oggetti su una scena sono separati dallo sfondo (l’aria o lo spazio vuoto). Lo spazio parmenideo, è, invece, uno spazio che unifica gli stati.  Gli spazi parmenidei (vuoto, dell’aria e dell’acqua) tengono insieme gli stati di energia positiva e negativa (dell’onda elettromagnetica, dell’onda sonora e dell’onda marina).  

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