Nei precedenti scritti ci siamo soffermati sui due sistemi, costrittivo e responsivo che fungono da guida alle persone nei loro comportamenti. Il sistema costrittivo è uguale per tutti. Si tratta delle leggi e dei regolamenti che ognuno nel suo ruolo è obbligato a rispettare. Il sistema responsivo è, invece, individuale. Si tratta delle regole morali, delle conoscenze, delle consapevolezze, delle emozioni che differenziano un individuo dall’altro.
Quando i padri costituenti si apprestavano a scrivere la Costituzione Repubblicana, tutto il mondo occidentale era stanco di guerre e indignato per le persecuzioni. Nella società c’era una forte spinta morale verso la tutela delle minoranze e dei più deboli. I padri costituenti hanno ritenuto giusto e degno di un paese civile inserire nella Costituzione il riconoscimento/garanzia dei diritti della persona umana. L’errore che hanno commesso è stato quello di inserirli come norme costrittive. La tutela dei diritti umani è una conquista di civiltà del mondo occidentale. Essa, però, deve avvenire sul piano responsivo, non su quello costrittivo delle leggi.
I padri costituzionalisti dovevano incanalare i due obiettivi fondamentali su due binari diversi. L’avvenire glorioso della Nazione doveva essere incanalato nel binario costrittivo delle norme. Il riconoscimento/garanzia dei diritti della persona umana doveva essere incanalato nel binario responsivo. I principi fondamentali della prima parte della Costituzione repubblicana (finalizzate al riconoscimento/garanzia dei diritti della persona umana) non dovevano essere norme costrittive ma conoscenze/consapevolezze responsive di cui tener conto, fermo restando il dovere imprescindibile di ogni rappresentante della comunità: agire per l’avvenire glorioso della Nazione. I futuri parlamentari, ministri e giudici avrebbero agito in modo costrittivo per l’avvenire glorioso della Nazione e in modo responsivo per il riconoscimento/garanzia dei diritti della persona umana (figura1).

Figura 1) Interazione tra i padri costituenti e i futuri rappresentanti dei tre poteri: legislativo, esecutivo e giudiziario. I padri costituenti, dovevano scrivere la Costituzione repubblicana utilizzando sia il sistema costrittivo sia il sistema responsivo. Il sistema costrittivo degli obblighi e dei divieti doveva essere finalizzato all’avvenire glorioso della Nazione. Il sistema responsivo doveva essere finalizzato al riconoscimento/garanzia dei diritti della persona umana.. Anche i rappresentanti dei tre poteri, sulla base dei contenuti costituzionali, avrebbero utilizzato i due sistemi per finalità diverse.
Occorre riscrivere la Costituzione repubblicana, separando il sistema costrittivo dal sistema responsivo, finalizzando il primo all’avvenire glorioso della Nazione e il secondo al riconoscimento/garanzia dei diritti della persona umana.
La riscrittura della carta costituzionale ci consentirà di riformare con leggi moderne le istituzioni nazionali. Consideriamo istituzioni scolastiche. Il loro degrado discende dall’obiettivo costrittivo di fondo cui esse mirano. Ora l’obiettivo costrittivo fondamentale delle istituzioni scolastiche è il riconoscimento/garanzia che i discenti possano seguire percorsi formativi individualizzati. Quest’obiettivo, finalizzato a tutelare i diritti degli alunni con difficoltà, mette in secondo piano le esigenze della comunità nazionale. Dobbiamo sostituire l’obiettivo costrittivo di fondo cui mirano i docenti delle istituzioni scolastiche. Quest’obiettivo deve essere il livello di competenza/conoscenza raggiunto dalla classe. Questo livello deve essere adeguato all’età dei discenti. Ogni fascia di età deve raggiungere un preciso livello di capacità/competenza. Solo così, alla fine del percorso formativo, la scuola sfornerà matematici illustri, medici competenti, ecc.
In altre parole occorre reintrodurre i programmi come strumento costrittivo. I programmi, infatti, definiscono i livelli di preparazione per ogni ciclo scolastico. I docenti devono essere obbligati a rispettare i programmi. Deve, concomitantemente, cadere l’obbligo di attuare percorsi formativi individualizzati.
Se i docenti non hanno più l’obbligo di realizzare percorsi formativi individualizzati, come possono essere tutelati i diritti dei giovani che studiano ma che hanno difficoltà di apprendimento? La risposta è semplice. Occorre affidarsi alle competenze, alle conoscenze, al senso di responsabilità dei docenti. Il docente deve adoperarsi affinché anche i più svantaggiati possano frequentare proficuamente la scuola. Questo suo dovere, però, è responsivo non costrittivo. Esso può realizzarsi entro certi limiti, che sono imposti dai bisogni primari della comunità. Dovere primario dei docenti deve essere realizzare i programmi. Entro i limiti dettati da questo dovere primario, il docente può e deve (imperativo morale) agire cercando di tutelare anche i diritti dei più svantaggiati.