Nel precedente scritto sulle forme e le grandezze abbiamo differenziato gli enti codificati dal sistema parmenideo (forme) e dal sistema eracliteo (grandezze). Il sistema parmenideo memorizza e riconosce le forme; il sistema eracliteo percepisce, misurando con un proprio organo (occhi, mani, ecc.,), grandezze. Le grandezze eraclitee sono, per il sistema parmenideo, forme da memorizzare e riconoscere.
Humphreys e Riddoch (1987) hanno proposto un’interpretazione delle agnosie legata alla modularità del processo percettivo. Questo modello prevede stadi di elaborazione diversi che possono essere lesi singolarmente e indipendentemente gli uni dagli altri. Il disturbo percettivo può dare origine a tre forme principali di agnosia: agnosia per la forma, agnosia integrativa, agnosia trasformazionale.
Nell’agnosia per la forma il disturbo si manifesta nell’incapacità di tracciare i contorni degli stimoli, accoppiare forme geometriche uguali, discriminare forme geometriche diverse e copiare forme semplici. Riteniamo che quando si traccino i contorni degli stimoli, si accoppiano forme diverse, si discriminano forme geometriche diverse, si copiano forme semplici, non abbiamo a che fare con forme parmenidee, bensì con grandezze eraclitee.
Il tracciamento del contorno di un oggetto è un atto percettivo eracliteo.
Osserviamo l’immagine in basso (figura 1). Si tratta di un rettangolo. Quando tracciamo con gli occhi il contorno del rettangolo (frecce nere) ne misuriamo la grandezza che viene percepita. Questa grandezza è il perimetro del rettangolo. Essa è delimitata da due facce a dimensione zero rappresentate dal cerchietto rosso (punto di partenza e di arrivo).

Figura 1) Tracciamento visivo del contorno di un rettangolo. Percorrere con gli occhi il contorno del rettangolo (frecce nere) equivale a misurare la grandezza del perimetro. Si tratta di un atto percettivo eracliteo di una grandezza unidimensionale. Il cerchietto rosso designa le facce adimensionali delimitanti (punto di partenza e di arrivo)
La discriminazione di enti geometrici diversi non concerne le forme ma le grandezze. La “discriminazione” tra grandezze è una funzione percettiva del sistema eracliteo diversa dalla misurazione (tracciamento). Osserviamo l’immagine in basso (figura 2). Sulla sinistra sono disegnate figure sovrapposte. Si tratta di un ombrello, una sega, una pera e un boccale. Il sistema eracliteo discrimina, nell’immagine complessiva, grandezze che il sistema parmenideo possa riconoscere come forme. I due sistemi collaborano nell’atto percettivo/discriminativo. Quando il sistema parmenideo riconosce la forma di un singolo oggetto, l’atto percettivo/conoscitivo è completato.

Le forme possono modificarsi se cambia la prospettiva con cui percepiamo le grandezze. Lo stesso ente, quindi, può apparire di forma diversa, percepito da una diversa prospettiva. Le forme prospettiche per ogni oggetto sono diverse e non tutte sono memorizzate. Le forme memorizzate sono definite prototipiche.
Supponiamo di percepire un oggetto da una prospettiva insolita. Il sistema eracliteo compie la misurazione della grandezza e la forma che scaturisce da questa misurazione giunge nella corteccia associativa per il riconoscimento. Se questa forma non è stata memorizzata, non è riconosciuta.
Il sistema eracliteo, in questa situazione, ruota mentalmente la grandezza modificandone la forma prospettica. Questa rotazione genera una forma prototopica memorizzata che è riconosciuta dal sistema parmenideo.
Osserviamo l’immagine in basso (figura 3). Si tratta di una pinzatrice. L’immagine in alto è una forma parmenidea prototipica; l’immagine in basso è una forma parmenidea non prototipica. Quando col sistema eracliteo tracciamo visivamente i tratti dell’immagine in alto (misuriamo la grandezza), il sistema parmenideo riconosce la forma. Quando con sistema eracliteo tracciamo visivamente i tratti dell’immagine in basso (misuriamo la grandezza), il sistema parmenideo non riconosce la forma. Per consentire il riconoscimento del sistema parmenideo, il sistema eracliteo ruota mentalmente la grandezza (pinzatrice).

I pazienti affetti da agnosia trasformazionale non riescono a ruotare mentalmente gli oggetti per consentire il riconoscimento degli stessi, quando sono percepiti da una prospettiva insolita.
L’agnosia integrativa, per Humphreys e Riddoch si manifesta nella percezione di oggetti complessi, cioè ricchi di dettagli. Il paziente, affetto da quest’agnosia, percepisce forme semplici (siluette), percepisce dettagli, ma ha difficoltà nell’integrare in una unità percettiva una forma ricca di dettagli.
Riteniamo che anche questa patologia concerna grandezze piuttosto che forme e che il disturbo sia eracliteo.