Il neglect ha diverse manifestazioni. Una di esse è l’emiinattenzione. L’emiinattenzione si può descrivere, come l’impossibilità di percepire uno stimolo proveniente da un lato del corpo o da un lato dello spazio. L’emiinattenzione può colpire più ambiti sensoriali. Nell’emiinattenzione somatica, il paziente si comporta come se metà del suo soma (solitamente il sinistro) non esistesse. Nell’emiinattenzione visiva il paziente neglige solitamente tutti gli stimoli presenti nell’emispazio visivo di sinistra. L’emiinattenzione può colpire lo spazio peripersonale, cioè lo spazio scenico vicino raggiungibile con le mani, i piedi o la testa.
Il neglect, inoltre, può manifestarsi come negligenza spaziale unilaterale ed estinzione sensoriale. Nella negligenza spaziale unilaterale visiva il paziente non riesce a percepire la parte sinistra di un oggetto posto davanti a lui. Soffermiamoci sull’estinzione sensoriale uditiva. Se un paziente affetto da tale patologia riceve uno stimolo uditivo vicino all’orecchio sinistro, egli lo percepisce distintamente. Se, però, questo stimolo è accompagnato da uno stimolo analogo ma controlaterale, esso è negletto.
La negligenza spaziale può anche essere altitudinale. Fenomeni di negligenza spaziale altitudinale tattile e visiva sono stati rilevati in pazienti affetti da lesioni cerebrali bilaterali.
Il neglect è causato, il più delle volte, da lesioni al lobulo parietale inferiore. A volte, le manifestazioni di neglect vedono coinvolte aree premotorie.
Supponiamo di essere un’astronauta da solo nello spazio vuoto senza alcun riferimento esterno. Immaginiamo di ruotare col nostro corpo a destra o a sinistra oppure di spostarci in avanti o indietro. Abbiamo consapevolezza dei nostri movimenti e delle loro direzioni? Se la risposta è affermativa, come può originarsi questa consapevolezza senza alcun riferimento esterno?
Per rispondere a questa domanda occorre soffermarci sugli spazi e i piani spaziali che interagiscono in relazioni. Le relazioni spaziali concernono spazi e piani. Gli spazi sono quattro, di cui tre corporei e uno virtuale. I tre spazi corporei sono: il soma, la scena e l’oggetto. Lo spazio virtuale è lo spazio vuoto (o pieno di aria). Questo spazio mette in relazione i tre spazi corporei. Ciascuno spazio corporeo ha una relazione primaria con lo spazio virtuale e una relazione secondaria con un altro spazio corporeo. La relazione primaria è speculare. Nella relazione primaria lo spazio virtuale è assunto come riferimento fisso. Lo spazio corporeo si muove rispetto a esso.
Nella relazione tra spazio somatico e spazio virtuale, lo spazio somatico è codificato dagli enterocettori, lo spazio virtuale è codificato dagli esterocettori. Quando ci muoviamo nell’ambiente, abbiamo consapevolezza del movimento e della direzione del movimento stesso. Siamo consapevoli che ci stiamo muovendo in avanti/dietro oppure che stiamo ruotando a destra o a sinistra. Questa consapevolezza si origina dalla relazione tra lo spazio virtuale, cioè l’aria (o il vuoto) che circonda il soma e lo spazio corporeo. Essendo lo spazio virtuale assunto come riferimento, si evince che esso è frazionato in piani avanti/dietro e sinistra/destra. Rispetto a esso, il corpo si sposta in avanti e ruota in ambedue le direzioni.
Piani spaziali frazionano gli spazi corporei e lo spazio virtuale. Anche i piani spaziali possono essere corporei o virtuali. I piani corporei sono formati da due superfici corporee che frazionano lo spazio virtuale. I piani virtuali sono formati da due superfici virtuali che frazionano gli spazi corporei e lo spazio virtuale.
Il soma ha due superfici corporee, ventrale e dorsale. Quando stiamo in piedi e ci muoviamo nell’ambiente queste due superfici corporee frazionano lo spazio virtuale in avanti (frontale)/dietro (caudale). Quando ci spostiamo in avanti (rispetto allo spazio virtuale), in un continuum temporale, lo spazio virtuale scivola indietro (rispetto allo spazio somatico). Ciò accade perché tra i due spazi c’è una relazione di specularità.
Lo spazio somatico è frazionato da un piano virtuale sagittale in emi-spazio sinistro ed emi-spazio destro. Anche lo spazio virtuale è frazionato da un piano virtuale sagittale in emi-spazio sinistro ed emi-spazio destro. Quando il soma ruota a destra, il riferimento è lo spazio virtuale frazionato in emi-spazio sinistro ed emi-spazio destro. In un continuum temporale, mentre il soma ruota a destra (rispetto allo spazio virtuale), lo spazio virtuale ruota a sinistra (rispetto allo spazio corporeo). Ciò accade perché la relazione tra i due spazi è speculare.
In ambito visivo lo spazio corporeo della scena visiva è frazionato da due piani virtuali, uno sagittale (sinistra/destra) e uno coronale (sopra/sotto). Anche lo spazio virtuale visivo è frazionato da due piani, sagittale e coronale. Rispetto a questo spazio virtuale, la scena visiva si muove sopra/sotto e a sinistra/destra. In un continuum temporale, mentre la scena visiva ruota a destra (rispetto allo spazio virtuale), lo spazio virtuale ruota a sinistra (rispetto alla scena visiva). Analogamente, mentre scena visiva ruota sopra (rispetto allo spazio virtuale), lo spazio virtuale ruota sotto (rispetto alla scena visiva). Ciò accade perché la relazione tra i due spazi è speculare.
In ambito visivo lo spazio corporeo dell’oggetto visivo è frazionato da due piani virtuali, uno sagittale (sinistra/destra) e uno coronale (sopra/sotto). Anche lo spazio virtuale visivo è frazionato da due piani, sagittale e coronale. Rispetto a questo spazio virtuale, se l’oggetto visivo si muove verso sotto o a destra, lo spazio virtuale scivola verso sopra e a sinistra (rispetto all’oggetto visivo). Ciò accade in un continuum temporale.
Durante l’interazione soma/spazio virtuale, la corteccia premotoria, col supporto di aree corticali di ordine inferiore (corteccia motrice primaria, nuclei della base, cervelletto, ecc.) sposta il soma. Il lobulo parietale inferiore, col supporto di altre aree corticali e sub corticali (cortecce primarie, talamo, ecc.), acquisisce la consapevolezza dell’interazione tra gli spazi somatico e lo spazio virtuale.. Soma e spazio virtuale si allineano sul piano sagittale. Se c’è un disallineamento dei due piani, la consapevolezza corporea si sposta verso sinistra o verso destra, generando emiinattenzione somatica.
Soffermiamoci sui movimenti oculari denominati: saccadi. Le saccadi sono realizzate dalla corteccia premotoria. Nelle saccadi passiamo da una fissazione all’altra. Durante la saccade la percezione si annulla. Fissazione dopo fissazione possiamo attivare la scena visiva col proprio spazio virtuale oppure l’oggetto visivo col proprio spazio virtuale. Ciò dipende di punti dello spazio su cui avviene la fissazione. La scena visiva con il proprio spazio virtuale e l’oggetto visivo con il proprio spazio virtuale sono frazionati da due piani sagittale e coronale. Lo spazio virtuale funge da riferimento in un continuum temporale ai movimenti della scena visiva o dell’oggetto visivo. Nel lobulo parietale inferiore avviene l’allineamento lungo i due piani sagittale e coronale tra scena visiva e il proprio spazio virtuale e tra oggetto visivo e il proprio spazio virtuale. Un disallineamento dei piani scenici genera emiinattenzione visiva. Un disallineamento dei piani oggettuali genera eminegligenza spaziale unilaterale. Se il disallineamento concerne i piani sagittali, avremo manifestazioni di neglect sinistra/destra; se il disallineamento concerne i piani coronali, avremo manifestazioni di neglect altitudinale.