Il ruolo di ministro della Repubblica

Il diritto al pieno sviluppo della persona è riconosciuto come fondamentale dalla Costituzione.

Nell’articolo 3 dei Principi Fondamentali, infatti, è scritto: è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che limitando, di fatto, la libertà e l’uguaglianza dei cittadini impediscono il pieno sviluppo della persona e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

Si tratta di un diritto generale che racchiude in sé molteplici diritti umani. Per il pieno sviluppo della persona, infatti, occorre garantire cure mediche, istruzione, vitto, alloggio, ecc..

Il ruolo dei parlamentari e le loro funzioni sono sanciti dai dettami costituzionali. Sulla base dell’articolo 3, una delle funzioni più importanti di un parlamentare è quella di promulgare leggi finalizzate a rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che … impediscono il pieno sviluppo della persona …

Questa funzione si concretizza nel piano della semplicità. Si tratta di individuare, all’interno della comunità nazionale, soggetti cui, in qualsiasi modo è negato questo diritto generale, e battersi in parlamento affinché esso sia ripristinato.

In un precedente scritto abbiamo posto l’accento sulla necessità di mettere a fondamento delle Istituzioni nazionali il progresso materiale e/o spirituale dell’Italia. Qualora ciò avvenisse, un parlamentare italiano avrebbe, in primis, la funzione di agire per l’interesse generale della comunità italiana.

Questa funzione si concretizza nel piano della complessità.

Agire per il progresso della comunità nazionale è più complesso rispetto agire per il diritto del singolo al pieno sviluppo della persona. Il progresso si proietta nel futuro. L’aiuto agli svantaggiati aventi diritto, invece, avviene sul piano del contingente, ossia dell’hic et nunc. In altre parole, un parlamentare, che legifera per il bene della comunità, deve ragionare da “statista”; un parlamentare, che legifera per la tutela dei soli diritti umani, deve ragionare come un volontario di un’associazione benefica.

Una legge, anche se finalizzata al benessere di singoli o di piccole comunità, ha sempre delle ricadute su tutta la comunità nazionale. E’ come una bevanda che viene introdotta nel corpo. Gli ingredienti sono assorbiti e sono diffusi, attraverso il sangue, in tutto l’organismo.

Per questo motivo, quando si assume una medicina, funzionale a guarire un organo, occorre stare attenti che essa non danneggi l’intero organismo. La legge, una volta promulgata, si snoda lungo canali legali e applicativi che si diramano in ogni struttura sociale. Bisogna stare attenti che essa non danneggi la comunità.

Il parlamentare statista s’interessa delle ricadute sociali, presenti e future, di una legge. Egli agisce, con tutte le sue conoscenze e capacità, per il progresso materiare e/o spirituale della comunità. Il parlamentare che opera per i diritti umani, si preoccupa essenzialmente che questi diritti siano ripristinati e si cura poco delle ricadute nel tessuto sociale della legge che promulga.

E’ difficile essere parlamentare statista. Occorre avere completato gli studi universitari, avere capacità logiche, sensibilità, curiosità intellettuale e soprattutto occorre conoscere la natura umana. Queste doti non si richiedono al parlamentare che agisce in nome dei diritti umani.

Nel Parlamento italiano, i cui membri agiscono essenzialmente sulla base dell’ideologia dei diritti umani, pullulano personalità mediocri. Per essere parlamentari o ministri, non occorre aver la laurea.

Per fare il chirurgo, un cittadino deve studiare ventiquattro anni. Per fare l’ingegnere deve studiare venti anni. Ciò discende dall’importanza del ruolo.  I ponti non devono crollare e i pazienti non possono morire sotto i ferri. Per fare il ministro, invece, basta la licenza media. Infatti, l’attuale ministro delle Politiche agricole ha completato gli studi di licenza media. Ha fatto carriera politica lottando per i diritti dei braccianti agricoli.

In tutti gli ambiti sociali è fondamentale la competenza. L’insegnante di latino e greco deve essere laureato in lettere classiche. Il chirurgo deve essere laureato in medicina con specializzazione in chirurgia. Il costruttore di ponti deve essere o architetto o ingegnere. La competenza non si ritiene necessaria per dirigere un dicastero. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha nominato ministri incompetenti nei dicasteri loro assegnati. Il ministro degli esteri Di Maio non è laureato e non conosce alcuna lingua straniera. Il ministro della sanità Speranza non è medico. Il ministro dell’economia Gualtieri è laureato in scienze politiche.

I Principi Fondamentali della Costituzione, scritti sulla base dell’ideologia dei diritti umani, hanno svilito il ruolo del parlamentare italiano e della politica stessa.  Per essere ministro non occorre alcuna competenza ed è sufficiente avere completato gli studi del ciclo di media inferiore. Il ruolo di ministro della Repubblica è alla stregua del ruolo dell’operatore ecologico (quello che un tempo si chiamava spazzino).

Riteniamo che occorra riscrivere la Costituzione, mettendo a fondamento delle Istituzioni il bene della nazione e subordinando a esso i diritti dei singoli. Ciò modificherà il ruolo di parlamentare e di ministro. Avremo così ministri statisti, adatti a guidare il nostro Paese nei tempi difficili presenti e futuri.

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