Riprendiamo dallo scritto precedente la distinzione tra relazione interno/esterno primaria e secondaria. La relazione interno/esterno può essere primaria o secondaria. Nella relazione primaria gli spazi sono uno virtuale e uno sostanziale. Nella relazione secondaria gli spazi sono ambedue virtuali. La relazione primaria si origina dalla presenza di un piano sostanziale superficiale a due facce (derma), una interna, una esterna. Questo piano fraziona lo spazio in corporeo (interno)/extracorporeo (esterno). Lo spazio sostanziale è interno e lo spazio virtuale è esterno. La relazione secondaria interno/esterno si origina dal frazionamento della faccia superficiale esterna del derma in un piano a due facce: ventrale (interno)/dorsale (esterno). Se noi uniamo le mani e le disponiamo a forma di calice, per trattenere al loro interno l’acqua, il piano superficiale ventrale/dorsale fraziona lo spazio virtuale (esterno alle due mani) in interno (rispetto alla superficie ventrale delle mani)/esterno (rispetto alla superficie dorsale delle mani). In questa relazione sia lo spazio interno, sia lo spazio esterno sono virtuali.
In questo scritto, quando utilizziamo i termini interno ed esterno facciamo riferimento alla relazione secondaria. Iniziamo la nostra argomentazione, analizzando la situazione più semplice. Essa vede coinvolti due soli “enti” percepiti dal soggetto senziente. Si tratta del proprio corpo e dell’ente esterno. Ciascuno di essi consta di uno spazio sostanziale (materiale) e di uno spazio virtuale (lo spazio vuoto o l’aria).
L’ente esterno può avare una superficie complessiva frazionata in faccia interna e faccia esterna. Per esempio, la superficie complessiva di un’autovettura ha una faccia interna e una faccia esterna . Queste due facce frazionano lo spazio virtuale in interno/esterno. Col nostro soma possiamo occupare lo spazio virtuale interno (all’autovettura) o lo spazio virtuale esterno (all’autovettura). Quando siamo dentro l’autovettura, lo spazio virtuale avvolge la superficie (esterna al soma) ed è avvolto dalla faccia interna dell’autovettura. Quando siamo fuori (all’autovettura), lo spazio virtuale avvolge sia la superficie esterna al nostro soma e sia la faccia esterna dell’autovettura.
L’ente esterno può avere una superficie complessiva intera, cioè senza il frazionamento in due facce interna/esterna. E’ questo il caso di una pallina di vetro. In questa circostanza, il nostro soma e la pallina di vetro sono avvolti dallo spazio virtuale.
La maggior parte degli enti esterni ha una superficie complessiva non frazionata. Comunque, gli enti esterni, con una superficie frazionata in due facce una interna e una esterna, sono numerosi. Tutti i contenitori hanno due facce, una interna ed una esterna. Possiamo versare l’acqua dentro e fuori una tazzina, un recipiente, una brocca, una vasca, ecc. Nei contenitori il frazionamento è evidente. Vi sono, però, alcuni enti esterni, nei quali il frazionamento della superficie in due facce è più sfumato. Per esempio, una poltrona ha una faccia superficiale interna che ci avvolge quando ci sediamo.
Più “enti” con due facce superficiali possono essere posti uno dentro l’altro. E’ questo il caso delle bambole matrioska russe.
La relazione interno/esterno può concernere spazi virtuali tridimensionali, bidimensionali e unidimensionali. Tutti i contenitori frazionano in interno/esterno lo spazio virtuale tridimensionale. Una circonferenza ha due facce una interna e una esterna che frazionano lo spazio virtuale bidimensionale in interno/esterno. Due punti frazionano lo spazio virtuale in interno (ai due punti) ed esterno (ai due punti). In questa circostanza lo spazio virtuale è unidimensionale.
Definiamo “relazione oggetto/oggetto” la relazione che intercorre tra due enti, lo spazio sostanziale dei quali è circoscritto da uno spazio virtuale comune. Definiamo relazione oggetto/scena la relazione che intercorre tra due enti quando lo spazio virtuale comune circoscrive lo spazio sostanziale del primo (oggetto) ed è circoscritto dallo spazio sostanziale dell’altro (scena).
Il nostro soma può avere con gli “enti esterni” una relazione oggetto/oggetto e oggetto/scena. Con gli enti esterni, la cui superficie complessiva è frazionata in due facce, una interna e una esterna, possiamo avere ambedue le relazioni. Se ci poniamo dentro l’autovettura, stabiliamo la relazione: oggetto (soma)/scena (autovettura). Se stiamo fuori dall’autovettura, stabiliamo la relazione: oggetto (soma)/ oggetto (autovettura). Con gli enti esterni che non hanno la superficie complessiva frazionata in interno/esterno, possiamo stabilire la sola relazione oggetto/oggetto.
Anche due enti esterni possono avere tra di loro la relazione oggetto/oggetto oppure la relazione oggetto/scena. Un ente esterno, per esempio un cagnolino, può instaurare con la cuccia una doppia relazione, oggetto/oggetto e oggetto/scena. Egli, infatti, può stare dentro la cuccia o fuori di essa. Quando sta dentro la cuccia la relazione è: oggetto/scena; quando sta fuori, la relazione è: oggetto/oggetto.
Esiste un ente esterno con cui si può stabilire la sola relazione oggetto/scena. Questo “ente” è la “scena complessiva”, cioè l’ambiente in cui ci muoviamo. La scena complessiva avvolge lo spazio virtuale dentro il quale stiamo noi e gli altri enti esterni al nostro soma.