Le afasie transcorticali motoria e sensoriale

Abbiamo scritto che le strutture fonoarticolari delle sillabe, delle parole e delle frasi dipendono da criteri.

Per quanto concerne la sillaba, i costituenti sillabici sono costituiti da vocali sonore e consonanti sorde. La vocale sonora costituisce il nucleo della sillaba e su di essa si modella la struttura fonoarticolare.

Per quanto concerne le parole, il criterio di strutturazione dipende dalle sillabe su cui cade l’accento ritmico.

Nelle frasi la struttura dipende dalla relazione riferimento/riferito. La struttura della frase è più flessibile rispetto alla struttura sillabica e alla struttura delle parole. Nella struttura sillabica e delle parole la posizione nel tempo, (prima/dopo) è fissa e immodificabile. Queste posizioni sono stabilite per convenzione. Nella struttura frasale la posizione nel tempo delle parole e dei sintagmi è flessibile.

Consideriamo il verso con cui inizia la poesia “L’infinito” di G. Leopardi: “Sempre caro mi fu quest’ermo colle”. La struttura sintagmatica di questa frase può essere rappresentata come illustrato nella figura 1).

Figura 1) Struttura sintagmatica del verso di apertura della poesia “L’infinito” di leopardi. Le frecce designano la relazione riferimento/riferito. In rosso le parole e i sintagmi dominanti  

Se si modifica la posizione dei sintagmi e si forma la frase “quest’ermo colle sempre caro mi fu”, il significato non cambia. Ciò è dovuto al fatto che la struttura sintagmatica con le relazioni riferimento/riferito non cambia (figura 2).

Figura 2) Struttura sintagmatica del verso di apertura della poesia “L’infinito” di leopardi. E’ stata modificata la posizione dei sintagmi “quest’ermo colle” e “sempre caro mi fu”. Il significato  complessivo non cambia. Infatti, la struttura sintagmatica del verso è la stessa. Le frecce designano la relazione riferimento/riferito. In rosso le parole e i sintagmi dominanti  

Una frase può avere due diversi significati se alcune parole e alcuni sintagmi veicolano significati diversi. A tal proposito consideriamo la frase: “La vecchia porta la sbarra”.

Il primo significato è di una “vecchia porta” che sbarra un’apertura. Il secondo significato è di una (donna) vecchia la quale porta con sé una sbarra (figure 3 e 4).



Figura 3)  Struttura sintagmatica della frase “la vecchia porta la sbarra” in cui “porta designa un verbo e “sbarra” un sostantivo. In rosso le parole e i sintagmi dominanti 
Figura 4)  Struttura sintagmatica della frase “la vecchia porta la sbarra” in cui “porta designa un sostantivo e “sbarra” un verbo . In rosso le parole e i sintagmi dominanti

Abbiamo scritto che il sistema parmenideo codifica forme e concetti mentre il sistema eracliteo codifica grandezze. Nell’ambito della fonoarticolazione, la struttura ad albero con la relazione riferimento/riferito, è parmenidea. Il sistema eracliteo codifica la posizione nel tempo delle grandezze. Per quanto concerne la produzione orale delle sillabe e delle singole parole, il sistema eracliteo non interviene. Infatti, le posizioni dei costituenti sillabici nella sillaba e delle sillabe nelle parole sono fisse ed immutabili. Al contrario, nella fonoarticolazione della frase, la posizione delle parole e dei sintagmi può variare. Per questo motivo, il sistema eracliteo interviene, stabilendo quali parole (grandezze) e quali sintagmi (grandezze) devono essere pronunciati prima (e dopo) rispetto ad altri. Il sistema eracliteo, quindi, decide la posizione delle parole e dei sintagmi nella frase quando la posizione non è fissata convenzionalmente.

Sappiamo che nella lingua inglese l’aggettivo precede sempre il nome. I costrutti aggettivo-nome, in inglese, sono sempre sintagmi nominali, in cui l’aggettivo è riferimento e il nome riferito. In questi costrutti, il sistema eracliteo non interviene. In italiano la posizione dell’aggettivo rispetto al nome non è fissa ma variabile. Se si modifica questa posizione, a volte, s’inverte la relazione riferimento/riferito, con modifica del significato. Per esempio, i due sintagmi “foglia←verde” e “verde←foglia” designano un oggetto (foglia verde) e una sfumatura di colore (verde foglia). Il primo è un sintagma nominale; il secondo è un sintagma aggettivale.

Nella lingua italiana, di regola, l’aggettivo segue il nome. Il sistema eracliteo può invertire la posizione tra il nome e l’aggettivo senza che il sistema parmenideo modifichi la relazione riferimento (aggettivo)/riferito (nome). In questa circostanza si modifica il significato dell’aggettivo e del sintagma nominale. Facciamo alcuni esempi: alto (importante) magistrato, magistrato alto (di statura); un vecchio (che conosco da tanto tempo) amico, un amico vecchio (di età); certe (alcune) informazioni, informazioni certe (sicure).

I due sistemi parmenideo ed eracliteo collaborano nella costruzione della frase. Il sistema eracliteo agisce a un livello più alto del sistema parmenideo nella consecutio temporum. Costruire la più semplice frase comporta un posizionamento nel tempo tra due eventi: l’eloquio e l’evento espresso linguisticamente. Per pronunciare la frase: “Sono stanco”, occorre stabilire una relazione temporale (consecutio temporum) tra il tempo della stanchezza e il tempo dell’eloquio. I due eventi sono contemporanei e il verbo usato è l’indicativo presente.

Nell’eloquio spontaneo si attivano i due sistemi parmenideo e eracliteo. Il primo struttura fonemi, sillabe, parole, sintagmi, frasi e periodi ponendo anche la relazione riferimento/riferito; il secondo posiziona nel tempo parole, sintagmi, frasi e stabilisce la consecutio temporum.

Ciascuno dei due sistemi utilizza specifici circuiti per ogni strutturazione e per ogni posizionamento. I circuiti sono ordinati per complessità. Per quanto concerne il sistema parmenideo, il circuito più semplice riguarda i fonemi strutturati in sillabe; il circuito più complesso riguarda le frasi strutturate in periodi. Per quanto concerne il sistema eracliteo, il circuito più semplice riguarda la posizione delle parole; il circuito più complesso riguarda la consecutio temporum. (figure 5 e 6)

Figura 5)  Organizzazione per livelli dei circuiti  parmenidei nella strutturazione. Il livello più basso concerne la strutturazione dei fonemi in sillabe. Il livello più alto concerne la strutturazione di frasi in periodi.
Figura 6)  Organizzazione per livelli dei circuiti  eraclitei nel posizionamento. Il livello più basso concerne il posizionamento delle parole. Il livello più alto concerne la consecutio temporum  

Riteniamo che le afasie di Broca e di Wernicke concernano il sistema parmenideo di strutturazione con relazione riferimento/riferito mentre le afasie transcorticale motoria e transcorticale sensoriale concernano il sistema eracliteo di posizionamento nel tempo.

L’afasia transcorticale motoria consegue una lesione dell’area supplementare motoria; l’afasia transcorticale consegue una lesione del giro angolare (corteccia parietale).

Nell’immagine in basso (figura 7) sono raffigurate le aree del linguaggio dell’emisfero sinistro la cui lesione genera le afasie di Broca, di Wernicke, transcorticale motoria, transcorticale sensoriale. E’ indicata anche l’area dell’afasia anomica che non è stata trattata in questo scritto.


Figura 7) Aree corticali la cui lesione genera le afasie parmenidee (afasia di Broca e di Wernicke) e eraclitee (afasia transcorticale motoria e transcorticale sensoriale). I circuiti parmenidei  che agiscono sulla strutturazione  sono nettamente separati dai circuiti eraclitei che si occupano del posizionamento nel tempo.

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato.