Sappiamo che i movimenti sono organizzati attraverso la codifica predittiva di modelli interni anticipatori. Anticipiamo la conseguenza percettiva del movimento che stiamo per eseguire. Quest’anticipazione spiega il motivo per cui non possiamo farci il solletico da soli. Se la sensazione del solletico è una risposta sensoriale e se la stimolazione sensoriale sulla pelle è la stessa che sia io o altri a farmi il solletico, a cosa è dovuta la differenza? La codifica predittiva fornisce una risposta: il cervello prevede (anticipa) le conseguenze sensoriali del mio movimento, riducendone in tal modo l’effetto percettivo. Non può prevedere (anticipare) le conseguenze sensoriali del movimento degli altri che quindi sono percettivamente più intensi.
L’anticipazione/verifica delle componenti percettive è componente essenziale dei circuiti motori. I circuiti motori sono organizzati in: anticipazione percettiva → esecuzione motoria → verifica percettiva
Possiamo differenziare i movimenti in tre livelli, sulla base dell’origine dell’output motorio. Nei movimenti di primo livello l’output motorio si origina nel midollo spinale. Nei movimenti di secondo livello l’output motorio si origina nella corteccia motrice primaria. Nei movimenti di terzo livello l’output motorio si origina nella corteccia premotoria.
I movimenti di terzo livello, nei quali l’output motorio si origina nella corteccia premotoria, si dividono in parmenidei ed eraclitei. I movimenti parmenidei concernono circuiti premotori/associativi; i movimenti eraclitei concernono circuiti premotori/parietali. I movimenti parmenidei concernono forme e sono intrinseci (coinvolgono le parti di un singolo ente); i movimenti eraclitei concernono grandezze e sono estrinseci (coinvolgono due enti).
Chiamiamo “moto” l’output motorio che si origina nella corteccia motrice primaria. Chiamiamo “motus” e “kinesia” gli output motori che si originano nella corteccia premotoria. La kinesia premotoria è l’output top→down che interagisce con l’input bottom→up della corteccia parietale. Il motus premotorio è l’output top→down che interagisce con l’input bottom→up della corteccia associativa.
La kinesia premotoria è interna a circuiti percettivo/motori che vedono coinvolta la corteccia parietale. Si tratta di circuiti percettivo/motori eraclitei. Il motus premotorio è interno a circuiti percettivo/motori che vedono coinvolta la corteccia associativa. Si tratta di circuiti percettivo/motori parmenidei.
Il circuito concernente l’area di Broca (corteccia premotoria) e l’area di Wernicke (corteccia associativa) è parmenideo. Nell’area di Broca si origina il “motus”.
Tutti questi circuiti agiscono attraverso la verifica predittiva, cioè attraverso modelli interni anticipatori.
Esiste un ulteriore circuito percettivo/motore parmenideo di livello più alto rispetto al circuito di Broca/Wernicke. Definiamo questo circuito: “circuito fonoarticolatorio semantico”. Il circuito di Broca/Wernicke struttura forme linguistiche; il circuito fonoarticolatorio semantico struttura direttamente “parole”, indirettamente, “concetti”.
La fonoarticolazione realizzata dal circuito semantico è particolare. L’area di Broca è un’aera prettamente motrice. I motoneuroni presenti in quest’area muovono, strutturandoli, i muscoli degli organi fonatori. Questo movimento è diretto. Indirettamente i motoneuroni dell’area di Broca strutturano le forme linguistiche, supportati dalla strutturazione percettiva dell’aera di Wernicke. Il circuito fonoarticolatorio semantico struttura direttamente le parole, generando unità articolari.
Abbiamo scritto nel precedente saggio che le unità articolari sono strutturate in base ad un criterio che stabilisce dei due elementi, qual è dominante e qual è sottodominante. Nella strutturazione della sillaba la dominanza è data dalla sonorità; le vocali sonore sono dominanti rispetto alle consonanti sorde. Nella strutturazione delle parole, la dominanza è data dall’accento; la sillaba accentata è dominante rispetto alla sillaba non accentata. Nella strutturazione della frase la dominanza è data attraverso la relazione logica riferimento/riferito. Questa relazione é un “passaggio attenzionale” dalla parola che funge da riferimento alla parola che funge da riferito. E’ proprio questo “passaggio attenzionale” il criterio di dominanza di una parola sull’altra. La parola che funge da riferito è dominante rispetto a quella che funge da riferimento.
La relazione riferimento/riferito è la relazione fondamentale dei circuiti neurali di ordine superiore. Essa è attivata dalla corteccia prefrontale che controlla il sistema parmenideo (forme e concetti) e il sistema eracliteo (grandezze). Riteniamo che la relazione riferimento/riferito sia realizzata anche dagli animali. Il salto evolutivo del linguaggio umano è l’inserimento di questa relazione nella strutturazione articolare delle parole. Di questa relazione tratteremo in un prossimo scritto.
Le parole veicolano significati. Esse sono, quindi, significanti, cioè rimandano a concetti. La strutturazione delle parole è, indirettamente, la strutturazione di concetti.
Due parole si legano con la relazione riferimento/riferito generando un’unità articolare significativa detta “sintagma”. Per esempio, due parole significative “foglia” e “verde” possono legarsi con la relazione riferimento/riferito, in cui foglia è riferito e verde è riferimento. Il sintagma significativo che si genera è: “foglia verde”.
Nella figura 1) è illustrata la struttura articolare del sintagma “foglia verde”. La freccia designa il passaggio attenzionale dal riferimento (verde) al riferito (foglia). Foglia (in rosso) è dominante rispetto a verde che è sottodominante.

La parola dominante trasferisce il significato al sintagma (costrutto di livello superiore). “Foglia verde” è una foglia, non è un colore. Si parla in questa circostanza di sintagma nominale. Foglia, infatti, è un nome; “foglia verde” è un sintagma nominale.
I sintagmi variano per complessità. Per esempio, il sintagma nominale “la foglia verde” è più complesso del sintagma nominale “foglia verde”.
Nella figura 2) in basso è illustrata la struttura articolare del sintagma nominale “la foglia verde”. In rosso gli “enti” dominanti.

I sintagmi sono costrutti articolari intermedi tra le parole e la frase. Più sintagmi, infatti, possono strutturarsi in una frase. In basso (figura 3) è illustrata la struttura articolare della frase: “Giovanni apre la porta”. Notiamo che il verbo e il sintagma verbale sono dominanti rispetto al nome e al sintagma nominale.

Il circuito fonoarticolatorio semantico è un circuito percettivo/motorio. La strutturazione delle parole in sintagmi e dei sintagmi in frasi si verifica sia nell’area prefrontale sia nell’area associativa che fanno parte di questo circuito.