Il piano periferico ventrale – dorsale

Nei precedenti scritti abbiamo affermato che sistema parmenideo codifica forme e concetti mentre il sistema eracliteo codifica grandezze. Le grandezze eraclitee sono interazioni tra spazi (e tempi) di dimensioni diverse. Abbiamo chiamato “faccia” lo spazio (e il tempo) che ha una dimensione in meno rispetto all’altro spazio (e tempo) con cui interagisce. Due facce parallele formano un “piano”.

La superficie del soma è frazionata nella dicotomia ventrale/dorsale. Questa dicotomia si mantiene in ogni distretto corporeo. Se osserviamo il dito indice della mano destra, notiamo che la dicotomia ventrale/dorsale della sua superficie ed è analoga alla dicotomia ventrale/dorsale della superficie del dito indice della mano sinistra.

Il sistema eracliteo può utilizzare la superficie del soma come faccia di delimitazione di enti esterni. Il frazionamento ventrale/dorsale consente al sistema eracliteo di utilizzare la sola faccia ventrale come faccia delimitante una grandezza esterna. Quando con il tatto vogliamo percepire un oggetto, utilizziamo una o ambedue le mani e lo tastiamo. Si genera una grandezza eraclitea esterna formata da due spazi. Si tratta di uno spazio superficiale tattile e uno spazio volumetrico. La superficie ventrale delle mani concorre a generare questi due spazi che formano la grandezza percepita.

A tal proposito ricordiamo la stereoagnosia, già trattata in un precedente scritto. Una lesione alla corteccia parietale del sistema eracliteo può causare questa patologia. I pazienti che ne sono affetti, non riescono, utilizzando il tatto, a percepire/riconoscere gli oggetti.

L’intera superficie del soma è, per il sistema eracliteo, una faccia di delimitazione. Questa faccia bidimensionale delimita lo spazio esterno volumetrico e lo spazio somatico volumetrico (interno). Il frazionamento ventrale/dorsale genera due facce di delimitazione dello spazio interno ed esterno. Lo spazio esterno, che avvolge ogni distretto corporeo, può essere codificato come spazio superiore/inferiore o anteriore/posteriore.

Soffermiamoci sul piede. Il piede ha una superficie dorsale e una superficie ventrale. La superficie ventrale, denominata plantare, è a contatto col suolo. La superficie dorsale, denominata planare, è a contatto con l’aria. La superficie plantare è soggetta alla tensione di gravità. Le due superfici formano un piano di delimitazione sopra/sotto. Il piede diviene un centro da cui si diramano le direzioni sopra/sotto (figura 1). 



Figura 1) Superficie ventrale/dorsale del piede. Le due superfici del piede, plantare e planare, formano un piano di delimitazione sopra (il piede)/sotto (il piede). Il piede è il centro da cui si diramano ambedue le direzioni.

Soffermiamoci sulla superficie del torso del corpo umano. Essa è frazionata in superficie ventrale e superficie dorsale. La superficie ventrale è anteriore; la superficie dorsale è posteriore. Il torso costituisce il centro da cui si diramano due direzioni spaziali: avanti/dietro (figura 2).

Figura 2) Superficie ventrale/dorsale del torso. Le due superfici ventrale/dorsale del torso, formano un piano di delimitazione avanti (il il torso)/dietro (il torso). Il torso è il centro da cui si diramano ambedue le direzioni.  

I piani formati da due facce di delimitazione sono periferici. I piani di separazione sono centrali. I corpi dei neuroni disposti ordinatamente lungo la colonna e lungo l’encefalo a sinistra e a destra (e sopra/sotto) generano a ogni livello motorio e percettivo piani di separazione sinistra/destra (e sopra/sotto) centrali. La superficie ventrale/dorsale della cute genera, per ogni distretto corporeo che funge da centro, piani periferici di delimitazione che possono essere anteriore/posteriore e superiore/inferiore.

I piani di separazione centrali sono dicotomici e privi di un centro. La dicotomia destra/sinistra è generata da un piano di separazione centrale. Per esempio, un piano di separazione centrale fraziona il soma in: emisoma destro ed emisoma sinistro. I piani di delimitazione periferici, invece, sono provvisti di un centro dalla cui periferia si diramano le direzioni contrapposte.   Per esempio, la testa è un centro direzionale dalla cui periferia ventrale/dorsale si diramano due direzioni: avanti e dietro.

La differenza tra piani centrali e periferici vale pure per il tempo. Il piano di separazione centrale dicotomico e privo di centro è il piano prima/dopo. Uno dei piani periferici di delimitazione, formati da un centro da cui si diramano direzioni contrapposte, è il “presente” (centro) con il “passato” e il “futuro”.  Un altro piano di delimitazione periferico è costituito da “oggi” (centro) da cui si diramano le direzioni “ieri” e “domani”. Un ulteriore piano di delimitazione periferico ha per centro “ora” da cui si diramano le direzioni “prima” e “dopo”.

Il piano di separazione dicotomico prima/dopo è utilizzato per separare un evento dall’altro. Per esempio, nella frase “Giovanni è arrivato prima di Marcello”, il piano prima/dopo separa l’arrivo di Giovanni (prima) dall’arrivo di Marcello (dopo).  I termini prima/dopo possono essere usati anche per designare un piano di delimitazione con centro. Per esempio, nella frase “verro dopo cena”, il tempo della cena è il “centro” da cui si diramano le direzioni “prima” e “dopo”.

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